La “roba rosa”, l’escort chiamata “Puzzola” e gli 80 milioni in Albania: cosa c’è nell’indagine su Davide Lacerenza e Stefania Nobile


Tutto è cominciato da un account Instagram. L’indagine che ha portato all’arresto di Davide Lacerenza, Stefania Nobile e Davide Ariganello è cominciata con la consultazione di «fonti aperte». Ovvero l’account New_bullshitginto della Gintoneria di via Napo Torriani a Milano, come scrive nell’ordinanza la giudice delle indagini preliminari Alessandra De Fazio. Già sul social media avveniva il riscontro «della consumazione di sostanze stupefacenti e della frequentazione del locale da parte di escort». E proprio grazie ai filmati, alle stories e ai reel pubblicati sull’account Davidelacerenza la Guarda di Finanza ha visto strisce di coca consumate nei bagni, passaggi al locale adiacente “La Malmaison” e «donne danzanti seminude». Ma nelle carte dell’indagine ci sono anche 80 milioni di euro portati in Albania con una Lamborghini, poliziotti che davano informazioni in cambio di sesso gratuito, prostitute anche minorenni e la profezia di Wanna Marchi: «Qui arriva la polizia».
Le intercettazioni
«Ha tirato fuori la droga e l’ha fatta davanti a me. Ho avuto una crisi, mi sono messa a piangere. Proprio ho detto no, questo io non me lo merito. Ha fatto una cosa terribile, ha preso il proprietario dei muri (del locale) e gli ha detto: “senti vuoi una putt..? Vuoi della bamba? Vuoi darglielo in cu…?”». È proprio l’ex regina delle creme dimagranti a spiegare nelle intercettazioni cosa succede nella Gintoneria di Davide Lacerenza. Ce l’ha con lui Wanna Marchi, che è preoccupata per la figlia: «Per me arriverà la polizia, li arresteranno tutti». Anche Nobile prova a fermare Lacerenza: «Io sono un drogato, io pippo la cocaina. E tutte le put… che stanno con me o sono già drogate, o le faccio iniziare a pippare io!», rispondeva lui. Che la ragguagliava anche sulle prestazioni delle escort. Tra le quali ce n’è una soprannominata Puzzola.
Una escort chiamata Puzzola
«Io sono arrivato a cinquecento (euro, ndr). Io l’ho fatto pagare a lui anche le bottiglie», dice Lacerenza a Nobile. Poi le racconta anche che la ragazza viene chiamata così perché emana cattivo odore, soprattutto dalle ascelle. E i clienti ne sono estasiati: in molti vogliono solo lei, qualcuno passa la serata annusandola. Quando parla con una giornalista del Corriere della Sera che vuole scrivere un articolo sul nuovo locale alla moda milanese Nobile vuole che i suoi meriti vengano riconosciuti: «Lo sa tutto il mondo che io e Davide lavoriamo insieme da 22 anni». Ma intanto ad aprile scorso sempre Lacerenza su Instagram pubblica la storia di un viaggio di Nobile e Marchi in Albania. «allude a fantomatici “80 milioni di euro in contanti in banca”». Nel «video registrato la sera del 5 maggio» Lacerenza «fa riferimento ai soldi portati in Albania dalla Marchi».
Lacerenza e «Righello»
Lacerenza organizzava tutto con il suo factotum Davide Ariganello detto «Righello». Sono loro due a dare la cocaina ai clienti: «Gli ha dato la “tussi” (tusi, la coca rosa, ndr) sai quella roba rosa? Sai cos’è la tussi b? Quella roba che si pippa, rosa no? Questa scema l’ha pippata tutta, gli usciva il sangue…». La nota influencer C. M. riceve una dose: «Il pippotto è sempre offerto». Mentre nelle intercettazioni si può ascoltare «un forte suono di aspirazione». «Assaggia questa qua va, è roba seria, prendi una cannuccia…», è l’offerta. E poi qualcuno esagera: «Gli ho fatto fare un pippotto, una riga da 20 cm e si è imballato». «Righello» è una specie di rider: consegna direttamente le prostitute a casa dei clienti a cui non piace consumare nel privé. «Gli ho mandato cinque putt… a casa». Poi sollecitava al telefono il cliente: «È giù fra’, vai a prenderla… riccia, bionda la vedi, ‘na fig…».
Le accuse
I tre sono accusati dal pm Francesca Crupi e dall’aggiunta Bruna Albertini di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, detenzione e spaccio di droga (accusa non riconosciuta dal gip a Nobile). E di autoriciclaggio per (presunti) 80 milioni di euro portati in Albania nei frequenti viaggi che Nobile faceva con la madre. L’inchiesta è partita dalle analisi delle Segnalazioni di operazioni sospette sui conti. E da 641 mila euro depositati in tre anni senza giustificazioni. Nel «locale rosa», così soprannominato a causa del colore dei divani e della moquette», si spendeva «dai 5 k (mila euro) in su».
I clienti vip
In cambio arrivavano le «cavalle», escort che Lacerenza comprendeva nel pacchetto champagne e cocaina. In questo caso i conti si alzavano e arrivavano da 30 a 70 mila euro a serata con delivery a domicilio. Le fattura parlavano di champagne. Lacerenza aveva una sorta di ius primae noctis sulle prostitute: «Quando si stipula questa sorta di accordo lavorativo Lacerenza richiede alle escort di avere rapporti sessuali (gratis) per testare il loro livello qualitativo e la loro durata nella performance». Ci sono anche i clienti vip: «Sta arrivando un sindaco ricco (non identificato)», annunciava Lacerenza a una escort: «Gli volevo mandare un video di voi». E il sedicente critico d’arte e youtuber Andrea Dipré.
Il poliziotto e il sesso gratuito
Nelle pagine dell’ordinanza si racconta anche di un certo Federico della Guardia di Finanza che avvisa qualcuno di un’indagine a suo carico e in cambio riceve sesso gratuito. Un poliziotto avrebbe invece avvertito Nobile dell’inchiesta sul locale. E lei era molto preoccupata: «Da un momento all’altro arrivano, io me lo aspetto, cioè io non dormo, dormo mezz’ora mi sveglio, perché arrivano lo so. Anche Jack (il poliziotto non identificato, ndr) me l’ha fatto capire: io sono già stata in galera,lui (Lacerenza, ndr) scherza ride, ma lui non c’è stato, lui dopo due ore in galera si ammazza eh!». Davide si presentava sulla sua Ferrari rosso fiammante col suo nome stampato sul cofano, 250 mila follower sui social. Nel suo libro si definisce il «King delle notti milanesi», un’autobiografia dal titolo: «Vergine, single e milionario». «Qua è tutto mio, capito? Qua faccio la bella vita».
Le taniche di alcol low cost
Mentre gli indagati si vantano di avere tra le “offerte” «una escort del 2005», tra i clienti c’è un imprenditore trentino del gin, un immobiliarista e un giornalista di gossip (G. P.) che è anche agente dei vip. Un uomo della Gdf viene accusato di aver ricevuto favori sessuali ma si difende sostenendo di essere davvero uscito con la escort di Lacerenza per qualche mese, e non a pagamento. «Gli ho fatto fare una riga da 20 centimetri», confidava Lacerenza. Ma secondo la Gdf «King» esponeva bottiglie con etichette di livello ma in cantina teneva taniche di alcol low cost.