Sanremo, lo “scherzetto” del Comune alla Rai: ecco il bando per il Festival


Il Comune di Sanremo ha bandito una gara pubblica per le edizioni 2026, 2027 e 2028 del Festival, con possibilità di proroga per altri due anni. Lo scorso dicembre, una sentenza del Tar della Liguria ha bocciato la convenzione diretta con la Rai, che ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Quest’ultimo non si è ancora espresso sulla questione, ma l’amministrazione comunale di Sanremo – riporta l’Adnkronos – ha deciso di procedere comunque con una gara pubblica, provocando un certo risentimento in Rai. Il bando di gara inaugurerebbe una nuova era per il Festival, aprendo le porte per la prima volta a nuovi organizzatori della kermesse storicamente associata alla Rai.
L’irritazione della Rai
I vertici di Viale Mazzini hanno storto il naso di fronte alla decisione, interpretata come una mossa contraddittoria. Anche il comune di Sanremo, infatti, ha annunciato ricorso contro la sentenza del Tar della Liguria, ma allo stesso tempo si è uniformato alla sentenza di primo grado bandendo la gara. Il comune, spiega ancora Adnkronos, fa notare che i tempi stretti per l’organizzazione di un evento così complesso hanno portato alla decisione di procedere con il bando, indipendentemente dall’esito del ricorso al Consiglio di Stato.
Chi si può candidare per organizzare il Festival di Sanremo
Nei prossimi giorni saranno definite le tempistiche per la presentazione delle offerte. Il bando si rivolge a «operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e con dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza». Non solo la Rai, dunque, ma anche altre emittenti nazionali potrebbero decidere di candidarsi per l’organizzazione del Festival di Sanremo.
La sostenibilità economica del Festival
Sul piano economico, il Comune di Sanremo chiede in cambio un corrispettivo non inferiore a 6,5 milioni di euro l’anno e l’1% degli introiti pubblicitari legati al marchio del Festival. L’amministrazione comunale manterrà il controllo sulla scelta della sede dell’evento e si farà carico dei costi d’affitto dell’Ariston, pari a circa due milioni di euro l’anno. Il resto degli oneri economici saranno a carico di chi si aggiudicherà la gara.
A commentare il bando di gara indetto dal comune di Sanremo è anche Enzo Mazza, ceo di Fimi, che all’Adnkronos parla del Festival di Sanremo come di un evento «non più sostenibile dal punto di vista economico». Secondo il ceo dei discografici, «chiunque si dovesse presentare, deve prevedere assolutamente un raddoppio dei rimborsi per le case discografiche». Attualmente, le case discografiche ricevono un rimborso di 62mila euro per artista, più 3mila euro per ogni membro aggiuntivo. Secondo Mazza, la spesa media sostenuta dalle etichette si aggira tra i 120 e i 150mila euro per artista.
Foto copertina: ANSA/Fabio Frustaci