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Trump, telefonata “amichevole” con Trudeau: sospesi per un mese i dazi sulle auto. Poi attacca: «Vuoi rimanere al potere senza nuove elezioni»

05 Marzo 2025 - 22:50 Ugo Milano
trump trudeau dazi telefonata auto
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Il presidente americano ha commentato duramente sui social la gestione del confine di Ottawa. Ma fa un passo indietro sull'industria dell'automotive

Una telefonata di cinquanta minuti, quella tra il presidente americano Donald Trump e il premier canadese Justin Trudeau. Un sondaggio di Ottawa per capire quali margini di trattativa ci siano sulla questione dazi, che da ieri sferza il mercato statunitense tanto quanto quello del Paese della foglia d’acero. La risposta della Casa Bianca? «Zero margini» e un nulla di fatto. A dare notizia del fallito bilaterale a distanza è lo stesso Trump sul suo social Truth, nel quale ha parlato di un colloquio terminato in maniera «in qualche modo amichevole» nonostante le discrepanze di vedute. Toni distesi che non hanno comunque impedito al presidente americano di accusare Trudeau, ben poco velatamente, di voler rimanere al potere ben oltre il termine del suo mandato.

Trump, il fentanyl e l’accusa a Trudeau: «Usi la questione per restare al potere»

«Molte persone sono morte a causa del Fentanyl che attraversa i confini di Canada e Messico, niente mi ha convinto che si sia fermato», così ha scritto Trump sui social media spiegando la sua ferma posizione di fronte alle richieste di dialogo di Trudeau. «Mi ha detto che la situazione è migliorata ma ho risposto: “Non è abbastanza”». A pochi minuti di distanza un altro post, molto più provocatorio, in cui chiama il Trudeau «governatore», come se già il Canada fosse il 51esimo Stato americano: «Hai causato la maggior parte dei problemi che abbiamo con politiche di gestione del confine deboli, permettendo a enormi quantità di fentanyl e migranti illegali di entrare negli Stati Uniti. Quelle politiche hanno sulla coscienza la morte di tantissime persone». Da ultimo l’attacco personalissimo a Trudeau, praticamente paragonato a un dittatore: «(Trudeau, ndr) non è stato in grado di dirmi quando si terranno le elezioni canadesi. Il che mi ha incuriosito: “Cosa sta succedendo lì?”. Poi ho capito che sta cercando di usare questa questione per restare al potere. Buona fortuna Justin!».

Via i dazi sulle auto, ma la guerra continua sugli scaffali

Un segnale di apertura da parte di Washington, in realtà, c’è stato. La Casa Bianca ha infatti concesso l’esenzione di un mese di tariffe sulle importazioni di automobili dal Canada e dal Messico. Uno spiraglio, sia ben chiaro, non frutto di diplomazie internazionali bensì del dialogo dell’amministrazione Trump con le principali case automobilistiche americane: Stellantis, Ford e General Motors. Rimangono invece invariati i dazi al 25% sul resto delle merci, nonostante membri dello staff del presidente americano avesser ventilato l’ipotesi di un rapido dietrofront. Ora, invece, la guerra commerciale sembra entrata nel vivo, con minacce e contro-minacce di inasprire una situazione già di per sé abbastanza complicata. Come dimostrano gli scaffali degli alcolici nei supermercati canadesi, dove di bottiglie made in Usa non se ne trova più una da 24 ore.



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