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Le 243 denunce di abusi nelle università italiane in nove mesi: «Un prof è stato licenziato»

05 Marzo 2025 - 09:46 Alba Romano
giovanna iannantuoni
giovanna iannantuoni
Giovanna Iannantuoni, presidente dei rettori: più sportelli antiviolenza negli atenei

«Molti atenei hanno deciso di attrezzarsi, hanno aperto sportelli di ascolto e altri servizi da mettere a disposizione degli studenti in modo da diffondere la cultura della lotta alle discriminazioni, di qualsiasi tipo siano». A spiegarlo oggi a La Stampa è Giovanna Iannantuoni, presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane. Iannantuoni parla della prima indagine interna su abusi, molestie e violenze di genere negli atenei italiani, aggiornata allo scorso novembre. Sono 243 le segnalazioni da marzo a novembre, i mesi in cui il questionario è stato presentato alle università.

Gli sportelli

Gli sportelli sono stati aperti ma il numero finale, da quello che si desume dall’indagine promossa si ferma a 18. In 3 università su 4 ancora non ce ne sono.«Creare nuovi sportelli è un’azione costosa e impegnativa. È necessario farlo avvalendosi di servizi esterni per evitare che ci sia una confusione di ruoli all’interno. È importante avviare questo processo che diffonde una cultura nuova e innescare un meccanismo positivo che porterà ad aprirne altri. Ed è importante che di questi temi si parli e non li si nasconda sotto il tappeto», spiega la presidente della Crui.

Il licenziamento

Intanto a Pavia per la prima volta c’è stato un licenziamento nei confronti di un primario accusato di molestie. È questa la strada da seguire secondo Iannantuoni. «Sì, lo penso ancora. Noi rettori abbiamo poteri limitati. Sono sicura che la ministra Bernini e il Mur faranno la loro parte in questo senso, come hanno finanziato gli sportelli antiviolenza». Al governo, invece, chiede un lavoro che parta dalle scuole e il potenziamento dei centri antiviolenza. «Dobbiamo lanciare un appello: si deve fare di più. Il cambiamento culturale non può nascere all’università ma va costruito con un’alleanza con le scuole, vanno intercettati i bambini fin da quando sono piccoli», conclude.

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