Macron parla alla Francia: «Sì alla deterrenza nucleare, Washington non può decidere il nostro futuro». E domani Zelensky sarà al vertice Ue


«Stiamo entrando in una nuova era», con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron ha aperto il suo discorso alla nazione trasmesso in diretta televisiva. «Gli Stati Uniti hanno cambiato la loro posizione sulla guerra in Ucraina e intendono imporre tariffe doganali all’Europa», ha detto. Per poi concentrarsi sulla questione ucraina e su come l’Europa dovrà prendere nettamente una posizione e reagire all’insicurezza del momento. Anche perché «se si guarda oltre l’Ucraina, la minaccia russa è lì». Macron ha poi preannunciato un nuovo vertice a Parigi con i «capi di Stato e di governo pronti a garantire la pace», in cui si propone di aprire il «dibattito strategico sulla deterrenza nucleare». Non ha poi risparmiato una spallata ai dazi statunitensi, definiti «incomprensibili»: «Spero di dissuadere Washington».
Macron sul riarmo: «Folle non agire, dobbiamo essere più forti e indipendenti»
«Di fronte a questo mondo pericoloso, restare spettatori sarebbe una follia». Il messaggio di Macron all’intera Europa è chiaro: «La pace non può significare la resa dell’Ucraina». Per questo, la prossima settimana all’Eliseo si terrà un nuovo vertice per la pace. Questa volta gli inviti non saranno estesi solo ai leader europei, ma a tutti quelli che vogliono «partecipare a una pace duratura e solida». Una pace che, in ogni caso, non deve significare la rinuncia dell’Unione europea al riarmo: «Che la pace in Ucraina venga raggiunta rapidamente o meno, gli Stati europei devono essere in grado di difendersi meglio o di dissuadere qualsiasi nuova azione», ha rimarcato il presidente francese. «Dobbiamo rafforzare la nostra difesa e la nostra indipendenza: il futuro dell’Europa non può essere deciso a Washington e a Mosca». Nel vertice di Parigi si parlerà proprio di questo: «Sarà deciso un finanziamento congiunto per l’acquisto di carri armati, aerei e altri armamenti sul suolo europeo». Il tutto, punto chiave per il governo parigino, senza aumentare il proprio deficit e senza aumentare le tasse.
Europa senza Usa? «Siamo competitivi»
«Abbiamo deciso di sostenere l’Ucraina fin dal primo giorno, e sanzionare la Russia», ha ricominciato Macron. «Abbiamo fatto bene». Ha poi ricordato come Mosca abbia reso il conflitto «globale» tramite l’utilizzo di soldati nordcoreani e di equipaggiamento prodotto in Iran. Ma non solo: «La Russia del presidente Putin viola i nostri confini per assassinare gli oppositori, manipola le elezioni in Romania e Moldavia e organizza attacchi digitali contro di noi». Di fronte a questa Russia, ma anche al progressivo scollamento dagli Stati Uniti, «l’Europa ha forza e talento per competere». Poi, riferendosi ai suoi cittadini, li ha esortati: «La patria ha bisogno di te e del tuo impegno. Le decisioni politiche, l’equipaggiamento militare e i bilanci sono una cosa, ma non sostituiranno mai la forza d’animo».
Domani Zelensky a Bruxelles: «Uniti con l’Europa»
A Bruxelles, per il summit straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Ue, ci sarà anche Volodymyr Zelensky. A rivelarlo è lo stesso presidente ucraino in un post su X, in cui ha sottolineato come sia necessario «muovere passi in direzione dell’Europa», soprattutto in ottica della progressiva integrazione (e adesione all’Unione europea) di Kiev. Non si ferma neanche l’altro settore diplomatico. Il capo dello staff di Zelensky, Andriy Yermak, ha anticipato di aver avuto una conversazione telefonica con il consigliere per la sicurezza nazionale americano Micheal Waltz, presente durante lo scontro di venerdì tra il presidente ucraino e quello americano Donald Trump.
La conferma di Zelensky: «Siamo al lavoro, speriamo di avere risultati la prossima settimana»
«Abbiamo scambiato opinioni su questioni di sicurezza e sulle relazioni bilaterali tra Ucraina e Stati Uniti», ha scritto Yermak su X. «Abbiamo poi programmato un incontro dei nostri team nel prossimo futuro per continuare questo importante lavoro». Uno spiraglio di luce che sembrava essersi completamente persa dopo il durissimo faccia a faccia nello Studio Ovale tra Zelensky e Trump. E che lo stesso presidente ucraino ha confermato sui social: «Oggi i team ucraino e americano hanno iniziato a lavorare su un prossimo incontro. Speriamo di vedere qualche risultato la prossima settimana». Un enorme passo in avanti nella giornata in cui, dopo aver interrotto gli aiuti in direzione di Kiev, Washington ha sospeso la condivisione di informazioni di intelligence.
A lot of international work today – I spoke with the Prime Ministers of the Netherlands @MinPres, Portugal @LMontenegropm, and Slovenia, as well as with the Chancellor of Germany @Bundeskanzler. Thank you for all the support.
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 5, 2025
We are preparing for the EU summit, which will take… pic.twitter.com/9ANiOnmOmK
Parigi e quel “feeling” con Washington
Gli occhi della Francia, e di parte del mondo, sono però puntati su Parigi. Mentre l’Eliseo al momento sembra guardare in tre direzioni: da una parte l’alleato di sempre, dall’altra la necessità di fare i conti con la progressiva «frattura transatlantica» che rischia di isolare l’Europa dagli Stati Uniti. A cui si aggiunge il fronte interno, perché Macron deve fare i conti con il deficit di bilancio per Parigi. Nei confronti di Trump, il presidente francese si è preso (secondo alcuni, tra cui la premier Giorgia Meloni, a sproposito) un ruolo predominante tra i leader europei. Una settimana fa il bilaterale alla Casa Bianca, primo in tutta l’Ue, durante il quale ha rimarcato di fronte alle bordate del tycoon l’impegno europeo in difesa di Kiev. Nelle ultime ore, poi, voci di corridoio parlavano di un Macron versione guardaspalle del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: avrebbe infatti dovuto accompagnarlo, insieme al primo ministro inglese Keir Starmer, proprio dentro lo Studio Ovale per riprendere le trattative dopo la fallita firma dell’accordo sulle terre rare dello scorso venerdì. Programma poi smentito da una portavoce di Londra.
Macron in Europa, dai contro-dazi anti Trump al riarmo
Nei confronti dell’Europa, la posizione che si è ricavato Macron è di primissimo piano. Forse un’ovvietà trattandosi del presidente francese, ma una postura che in ogni caso lo ha proiettato in un rapporto di amore e odio con gli Stati Uniti. Dall’Eliseo in persona sono arrivate forti spinte in favore di contro-dazi europei contro le tariffe imposte da Washington. È stato lo stesso Macron prima a convocare il vertice d’emergenza a Parigi, poi a dirsi aperto all’invio di una missione di pace in Ucraina. Per arrivare, negli scorsi giorni, a essere primo promotore del maxi-piano «Rearm Europe», che con i suoi 800 miliardi di euro mira a colmare il vuoto lasciato dai previsti passi indietro della Casa Bianca.