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La Bce taglia ancora i tassi d’interesse: «Inflazione in rotta verso il 2%». Ma i dazi di Trump minano la crescita: «Export e investimenti già in calo»

06 Marzo 2025 - 14:43 Diego Messini
L'istituto di Francoforte vede il risultato inseguito da anni sui prezzi. Riviste le stime di crescita dell'Eurozona: solo +0,9% nel 2025

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha deciso di tagliare di altri 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento praticati nella zona euro. I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati dunque rivisti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. La decisione della Bce si fonda sulla valutazione del positivo decorso di uscita dalla spirale d’inflazione che ha attanagliato negli scorsi anni l’economia europea. «Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027». Tutto lascia intendere insomma che il livello dei prezzi stia convergendo verso l’obiettivo che la Banca di Francoforte è chiamata ad assicurare: una crescita attorno al 2%.

Stime di crescita al ribasso

Il rallentamento della corsa dei prezzi si accompagna però a notizie non proprio incoraggianti sulla crescita della zona Euro. «L’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita», scrive la Bce nella nota odierna. Si prevede ora una crescita dello 0,9% per il 2025 (dall’1,1% previsto a dicembre scorso), dell’1,2% per il 2026 (dall’1,4%) e dell’1,3% per il 2027. «Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale», è l’avvertimento legato ai primi impatti della nuova era Trump. Sulle valutazioni della Bce si esprimerà più in dettaglio la governatrice dell’Eurotower Christine Lagarde.

Lagarde: «Dal riarmo Ue contributi al Pil ma anche rischi per l’inflazione»

Nella conferenza stampa organizzata a Francoforte, Christine Lagarde ha commentato anche il piano di riarmo da 800 miliardi di dollari annunciato dalla Commissione europea. «Un aumento nella spesa per la difesa e per le infrastrutture può far salire la crescita», ha detto la presidente della Bce. Ma quegli stessi investimenti, ha avvertito Lagarde, «possono portare a un aumento dell’inflazione». L’andamento dell’economia nei primi due mesi del 2025 sembra seguire lo stesso trend di crescita modesta che ha caratterizzato l’ultimo trimestre del 2024. La ripresa dell’economia, ha sottolineato la presidente della Bce, dipenderà inevitabilmente da una ripresa della domanda, «purché le tensioni commerciali non vedano un’ulteriore escalation».

Nessun impegno su altri tagli dei tassi

Lagarde ha confermato che la Bce «non si impegna su alcun percorso» dei tassi. Le decisioni saranno prese volta per volta e dipenderanno dai dati economici. «È una posizione che abbiamo espresso in passato ma che vale ancora di più adesso», data l’elevata incertezza geopolitica ed economica, ha sottolineato la presidente della Bce. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Lagarde non ha escluso una pausa nel taglio dei tassi di interessi: «Se i dati ci diranno che non è il momento di tagliare, non taglieremo i tassi e faremo una pausa».

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