Il pasticcio (e il rimedio) nelle buste paga degli statali: mancano 1000 euro, ma arrivano a marzo


Dovrebbe essere un aumento ma è un taglio in busta paga quello che i dipendenti statali si sono trovati nell’ultimo cedolino. Nonostante l’aumento di 165 euro lordi ottenuto con il nuovo contratto delle Funzioni centrali, il netto percepito dai funzionari dei ministeri, dell’Inps e delle Agenzie Fiscali è minore di prima. In quella che dovrebbe essere la prima busta paga più ricca dopo l’adeguamento ratificato il 27 gennaio 2025. Innanzitutto, secondo quanto denunciano i dipendenti, nei primi tre mesi del nuovo anno manca al conteggio il taglio del cuneo fiscale confermato dal governo con la legge di bilancio 2025. Inoltre, mancherebbe anche l’adeguamento delle indennità di amministrazione.
Il taglio del cuneo fiscale dimenticato negli stipendi degli statali
Dunque la delusione per la maggior parte dei dipendenti: quelli che guadagnano meno di 40 mila euro l’anno. E il rimedio già allo studio. Nel corso di marzo dovrebbe arrivare una nuova busta paga con gli arretrati. In primis quelli del rinnovo contrattuale – circa mille euro a dipendente – e poi i tre mesi di indennità. Secondo quanto riporta il Messaggero, del tutto incerto rimane invece l’arrivo delle integrazioni allo stipendio derivanti dal taglio cuneo fiscale, dato che il sistema di calcolo degli stipendi non sarebbe ancora adeguato al nuovo regime. «Chi poteva immaginare che una struttura così importante per i dipendenti pubblici da loro amministrati avrebbe mostrato tutte queste inefficienti», punzecchiano i sindacati Cisl, Confsal-Unsa, Flp e Confintesa nei confronti di NoiPa, la piattaforma responsabile dell’elaborazione, liquidazione e consultazione degli stipendi del personale della Pubblica Amministrazione.
Il pressing sul ministero
I sindacati chiedono che vengano individuati i responsabili e si rivolgono con una lettera direttamente al Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. «Preoccupano fortemente i ritardi nell’applicazione della nuova normativa sulle detrazioni fiscali sostitutive del cuneo fiscale. Una situazione che paradossalmente non solo neutralizza il rinnovo del contratto, ma in molti casi comporta una riduzione dell’importo», commenta amareggiato il segretatio generale di Flp Marco Carlomagno «chiedendo immediata chiarezza»