Schlein e le critiche alla proposta di von der Leyen sulle armi europee: «Meloni non fa sapere cosa dirà. Pd diviso? È un partito plurale»


«Noi confermiamo le critiche alle proposte avanzate da von der Leyen e lavoreremo, siamo qui al vertice per cambiare queste proposte per farle andare nella direzione che chiediamo», ha detto così la segretaria del Pd, Elly Schlein, parlando a Start su SkyTg24 , questa mattina da Bruxelles prima del vertice dei Socialisti europei: «Trovo assurdo che non sappiamo qual è la posizione che Giorgia Meloni porterà al consiglio europeo. Le opposizioni hanno chiesto a Giorgia Meloni di venire in Parlamento a confrontarsi prima di questo vertice e lei ha rifiutato di farlo».
Le 3 posizioni della maggioranza
Schlein dice ancora che «nel governo ci sono tre posizioni diverse»: «Vedremo se chiarirà cosa ha in mente (Meloni ndr) e speriamo che segua una disponibilità analoga a fare un altro passo nel senso di un’Europa federale e cioè di mettere a disposizione il seggio alle Nazioni Unite dell’Ue, sarebbe un passo interessante». La sua idea è invece quella di chiedere «che accanto al supporto dato all’Ucraina ci sia uno sforzo diplomatico dell’Ue che finora è mancato: serve un piano per la pace europeo, per una pace che sia giusta e duratura. Chiediamo che l’Ue dia un mandato chiaro a una delle sue istituzioni per sedersi a quel tavolo e per un negoziato a difesa dell’Ucraina e dell’Ue» perché è chiaro che «gli Usa non lo faranno, si stanno ponendo in maniera ostile». «Bisogna fare un salto in avanti – ha concluso – e partecipare a quel tavolo e arrivare con una proposta di pace propria».
Le divisioni nel Pd
Alle domande sulla posizione molto diversa assunta da Paolo Gentioloni nettamente favorevole alla proposta di von der Leyen, la segretaria ha cercato di frenare: «Siamo un partito plurale ed è normale che ci sia discussione e punti di vista diversi». «La settimana scorsa – ha ricordato – prima che ci fosse il piano von der Leyen, abbiamo avuto una direzione del partito e votato insieme su un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica che tocca la difesa comune ma non solo». Forte di quel voto, Schlein guarda avanti: «Le posizioni espresse sono di larghissima condivisione ma ciò non vuol dire che non continueremo a confrontarci», ha concluso.