Sebastiano Visintin: «Mia moglie Liliana Resinovich? Non l’ho uccisa io. E Sterpin ha qualcosa da nascondere»


Dopo il fratello tocca al marito. Sebastiano Visintin dice di non avere idea di chi possa aver ucciso sua moglie Liliana Resinovich. Ma poi dice che l’amico di lei Claudio Sterpin ha qualcosa da nascondere: «Qualche giorno prima del ritrovamento si trovava a cento metri da lì e l’indomani è andato in Questura a indicare proprio quel posto». Visintin parla in un’intervista al Corriere della Sera dopo le dichiarazioni del fratello di Lilly, Sergio. Il quale lo ha accusato di omicidio: «Una sola persona aveva interesse a far sparire e poi ritrovare il suo cadavere». Per la pensione e l’eredità.
Visintin e Lilly
Andrea Pasqualetto riepiloga a Visintin la ricostruzione ipotetica che lo pone al centro dell’indagine: sua moglie aveva programmato un weekend con Sterpin e aveva deciso che era il momento di parlarle della loro relazione. Lui non ci ha visto più e l’ha uccisa. La replica: «È tutto falso… io non ho mai saputo che loro si frequentassero, pensavo che Lilly andasse solo a stirargli le camicie». Mentre a Sebastiano risponde così: «Ma è quello che dico anch’io: che senso ha la messinscena con sacchi, sacchetti, cordino, e perché portare Lilly in quel boschetto con il rischio di essere visti?». E infine: «E io ammazzo mia moglie per la pensione, neanche fosse stata di un miliardo?».
Il luogo del ritrovamento del corpo
Intanto dalle indagini emerge un dato che potrebbe far cambiare la prospettiva degli inquirenti. Resinovich sarebbe stata uccisa il giorno stesso della sua scomparsa. E il suo cadavere sarebbe sempre rimasto nel luogo in cui, una ventina di giorni dopo, è stato ritrovato. Dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022 il cadavere della 63enne sarebbe dunque rimasto adagiato tra la fitta vegetazione del parco di San Giovanni, dove un tempo sorgeva l’ex ospedale psichiatrico. Le analisi, non avrebbero evidenziato sul corpo della donna segni riconducibili al congelamento. Il decesso sarebbe stato causato da asfissia meccanica esterna, contestuale o immediatamente successiva alle lesività riscontrate su parte del corpo.
Il consulente del marito
Il medico legale Raffaele Barisani, consulente di Visintin, si è detto «sorpreso» in particolare per due elementi finora emersi. Ovvero che «il corpo di Liliana sia sempre rimasto lì e il fatto che venga ipotizzato l’omicidio come causa della morte». Lui dice che è comunque felice della riapertura del caso: «Anch’io sono alla ricerca della verità e quindi penso sia una cosa importante». Mentre il corpo rimasto nel boschetto, secondo lui, depone «più per il suicidio che per l’omicidio. A naso vedo un po’ di confusione, bisognerà capire».
I codici segreti
Poi parla dei codici segreti: «Il fratello di Lilly dice che lei gli aveva confidato che dietro un quadro di casa nostra c’erano dei codici segreti e non voleva che io lo sapessi. I codici non ci sono più. C’è forse un’altra pista? Cos’erano quei codici? Una cassetta di sicurezza? Documenti? Foto? Denaro?». Sul rischio indagine: «E vabbé, spero di non essere il solo». Infine, sull’ipotesi del suicidio: «Per me non è esclusa».