Stop a carriere alias e asterischi a scuola: la Lega presenta una proposta di legge


Basta asterischi, più limiti alle carriere alias e no ai bagni neutri. Arriva alla Camera una proposta di legge della Lega che punta a regolamentare l’identità di genere di studenti e studentesse, introducendo limiti stringenti per il riconoscimento della cosiddetta carriera alias. Quest’ultima è il profilo alternativo sul registro elettronico che consente agli alunni trans di adottare nome e genere desiderati e non quello anagrafico. Il testo ha come primo firmatario il deputato della Lega Rossano Sasso, noto per le innumerevoli battaglie contro la comunità lgbtqia+. Sono in tutto tre articoli e nascono, spiega Sasso, «dall’esigenza di fornire un quadro di riferimento certo e adeguato agli operatori scolastici», nel caso in cui si trovino a gestire situazioni di disforia di genere tra gli studenti. La proposta è stata illustrata oggi 6 marzo a Montecitorio durante la presentazione del libro di Sasso, a cui ha partecipato anche il vicepremier Matteo Salvini.
Regole più stringenti per le carriere alias
La proposta prevede l’introduzione del consenso informato dei genitori per progetti extracurriculari che, ha spiegato Sasso, introducono «elementi di propaganda come l’ideologia gender». Attualmente, le scuole che hanno accettato le carriere alias, attivano il profilo sulla base di una semplice richiesta dello studente. Il primo articolo della proposta prevede, invece, che gli alunni possano essere riconosciuti con un’identità di genere diversa da quella anagrafica solo per le attività scolastiche, ma soltanto se presentano un certificato rilasciato dal Servizio Sanitario Nazionale. Questo documento deve attestare l’avvio della procedura legale di rettifica del genere sui documenti, come previsto dalla legge n. 164 del 14 aprile 1982. Una volta ricevuta la richiesta, il dirigente scolastico deciderà se dare il via libera o meno.
Stop bagni neutri e gare miste
Un altro punto centrale del provvedimento riguarda l’utilizzo degli spazi comuni nelle scuole di ogni ordine e grado, ad eccezione dell’asilo e delle aree riservate al personale scolastico. La proposta stabilisce che «bagni e spogliatoi restino divisi per sesso biologico» e che agli studenti non sia consentito accedere a quelli destinati al genere opposto rispetto a quello attribuito alla nascita. Le restrizioni si estendono anche all’ambito sportivo: il testo prevede infatti che gli studenti «non possano partecipare a competizioni scolastiche riservate a un genere diverso da quello biologico».
No schwa o gli asterischi
La Lega propone, inoltre, di regolamentare il linguaggio nelle comunicazioni scolastiche. Il testo stabilisce che nelle circolari, nei documenti ufficiali e in qualsiasi comunicazione tra scuole, docenti, studenti e famiglie, debbano essere utilizzati esclusivamente il genere maschile o femminile, escludendo formule neutre come lo schwa o gli asterischi. Lo stop allo schwa potrebbe fare seguito alla polemica scoppia nelle scorse settimane in una scuola di Napoli dove era stata diramata una circolare con scritto «bambin*» anziché «bambini».