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In sedia a rotelle per aver mangiato salmone contaminato da listeria, ma l’azienda non la risarcisce: «Dovrebbero coprirmi d’oro»

07 Marzo 2025 - 09:53 Antonio Di Noto
Oggi la donna è disabile al 35%, ma la ditta importatrice si rifiuta di elargire un indennizzo. I reati ipotizzati sono lesioni colpose gravi e alimenti nocivi

Non riceverà alcun risarcimento la donna finita in coma e poi in sedia a rotelle dopo aver mangiato salmone contaminato da listeria. La 63enne aveva acquistato quattro confezioni del pesce affumicato due anni fa, in un supermercato della periferia di Bologna. Arrivata a casa ne aveva aperta una per aggiungere il contenuto a un’insalata. La serata era poi proseguita regolarmente, ma al mattino avevano iniziato a manifestarsi i primi sintomi. Un malessere sempre più grave per il quale la donna era stata ricoverata in terapia intensiva al policlinico Sant’Orsola, dov’era rimasta per 20 giorni.

La disabilità

Meningite, polmonite bilaterale, crisi epilettiche, trombosi, problemi cardiaci, fino a entrare in coma. Da circa due anni la signora è uscita dal coma e non è più in sedia a rotelle. Ma non per questo la sua vita è tornata come prima: rimane invalida al 35%. «Non posso correre, faccio fatica a camminare e respirare – raccontava -. Spesso non ricordo le parole e non riesco a salire i gradini troppo alti. Per arrivare alla fermata dell’autobus devo partire molto prima. La mia vita è stata stravolta e continua a esserlo». Eppure l’azienda che importa il salmone in Italia non ha intenzione di risarcirla. «È vergognoso. Dovrebbero ricoprirmi d’oro, anche per tutte le spese che ho sostenuto, tra medicine e fisioterapia».

L’inchiesta

Saranno i procedimenti giudiziari a stabilire se la ditta sarà condannata a risarcire. Le indagini hanno confermato che nel salmone c’erano 3 milioni di unità del batterio della listeria monocytogene, che causa la listeriosi. Per questo, il pm Gabriella Tavano chiesto il rinvio a giudizio del rappresentante legale della ditta importatrice, che ha sede ad Ancona. I reati ipotizzati sono lesioni colpose gravi e alimenti nocivi.

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