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Migranti, nuovo scontro governo-giudici dopo la condanna per la Diciotti. Salvini: «Li accolgano a casa loro». La Cassazione: «Insulti inaccettabili»

07 Marzo 2025 - 15:49 Diego Messini
Accolto il ricorso dei migranti trattenuti a bordo della nave della Guardia costiera nel 2018: il governo dovrà risarcire i danni. Meloni: «Soldi delle tasse così ai clandestini»

Il governo dovrà risarcire i danni ai migranti trattenuti in mare per dieci giorni a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera nell’agosto del 2018. Lo ha deciso oggi la Cassazione accogliendo il ricorso presentato da un gruppo dei migranti stessi. Sarà il giudice di merito, ha indicato la Cassazione, a quantificare i danni che il governo dovrà risarcire. La sentenza smonta fin d’ora però radicalmente l’impianto di difesa – giudiziaria e mediatica – sostenuta per anni dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale», scrivono i giudici nella sentenza. «Non si è di fronte, cioè, ad un atto che attiene alla direzione suprema generale dello Stato considerato nella sua unità e nelle sue istituzioni fondamentali. Si è in presenza, piuttosto, di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini». E ancora, segnala la Cassazione, «le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo».

Diritto internazionale e scelte politiche

Nessuna discrezionalità politica, dunque: in quella situazione, e in altre analoghe, le autorità devono applicare i princìpi del diritto internazionale, che sulla legge del mare parla chiarissimo. «L’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere per tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità, e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare». Per questo, nel caso di specie che riguardò i naufraghi soccorsi dalla Diciotti il 16 agosto 2025, «indipendentemente dalle contestazioni sullo Stato competente secondo la ripartizione in zone Sar, le operazioni di soccorso erano state di fatto assunte sotto la responsabilità di una autorità Sar italiana, la quale era tenuta in base alle norme convenzionali a portarle a termine, organizzando lo sbarco, nel più breve tempo ragionevolmente possibile».

Giorgia Meloni avvelenata

Tutt’altro che convinta delle conclusioni tratte dai giudici di è però Giorgia Meloni, rapida a reagire alla sentenza. «Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno condannato il governo a risarcire un gruppo di immigrati illegali trasportati dalla nave Diciotti perché il governo di allora, con Ministro dell’Interno Matteo Salvini, non li fece sbarcare immediatamente in Italia. Lo fanno affermando un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del Procuratore Generale», affonda il colpo la premier via social. «In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Non credo siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni, e confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante», lamenta Meloni, di rientro a Roma oggi da Bruxelles, dove ieri ha partecipato al vertice Ue straordinario sulla difesa, facendo tappa prima al Cern di Ginevra.

La «rivolta» di Matteo Salvini e la replica della Cassazione

Di sentenza «vergognosa» parla con ancor meno eufemismi l’allora ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini. «Mi sembra un’altra invasione di campo indebita», lamenta il vicepremier. «Se c’è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga. Chissà se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi, magari qualcuno cambierebbe idea…». Un attacco durissimo, cui ha risposto poco più tardi – inusualmente – la prima presidente della Corte, Margherita Cassano. «Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo stato di diritto», mette a verbale la magistrata dell’Alta Corte.

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