Inchiesta urbanistica, si dimette l’assessore alla Casa di Milano Guido Bardelli. Oggioni non risponde ai giudici: «È molto depresso»


Guido Bardelli, assessore alla Casa del comune di Milano, ha rassegnato le dimissioni. La decisione è maturata dopo l’incontro con il sindaco Giuseppe Sala, che lo ha convocato a Palazzo Marino dopo gli ultimi sviluppi delle inchieste della procura sui presunti abusi edilizi. Nelle chat analizzate durante le indagini, Bardelli – che all’epoca ancora non era assessore – è stato sorpreso a criticare fortemente la giunta comunale e tifare per la caduta di Sala. Il destinatario di quei messaggi scambiati su Whatsapp era Giovanni Oggioni, l’ex dirigente del Comune di Milano finito agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, depistaggio e falso. Proprio mentre Bardelli incontrava Sala a Palazzo Marino, Oggioni – ex direttore dello Sportello unico per l’edilizia e vicepresidente della Commissione paesaggio – è stato interrogato dal gip e si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ex dirigente comunale è accusato di essere il «grande manovratore» dietro il sistema di «speculazione edilizia selvaggia», così lo definisce il gip nell’ordinanza, che avrebbe favorito per anno gli interessi dei costruttori nel capoluogo lombardo.
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Le accuse contro l’ex dirigente comunale
Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, Oggioni avrebbe favorito la società «Abitare In» in cinque diversi interventi immobiliari ottenendo in cambio l’assunzione della figlia nella società e senza dichiarare alcun conflitto di interesse. I pm sospettano inoltre che Oggioni abbia stipulato tra il 2022 e il 2024 un contratto di consulenza da Assimpredil Ance, l’associazione dei costruttori immobiliari, per un totale di 178mila euro. Anche in questo caso, l’ex dirigente comunale avrebbe agito per favorire alcune imprese associate (undici in totale). L’accusa di depistaggio riguarda invece la cancellazione di un account in cloud dopo il sequestro dei suoi dispositivi disposto dal giudice per le indagini preliminari.
La difesa: «Nessun “sistema Oggioni”»
Di fronte a tutte queste accuse, Oggioni si è avvalso della facoltà di non rispondere stamattina davanti al gip di Milano Mattia Fiorentini. A svelare la linea difensiva è però il suo avvocato, Giovanni Brambilla Pisoni, secondo cui «quella sul “sistema Oggioni” è una dichiarazione dei pm che ovviamente non viene condivisa per niente dalla difesa». L’ex dirigente comunale, ha continuato il legale, «non sta bene per niente, è molto depresso, non è nelle migliori condizioni per far fronte a questa situazione». È anche per questo, spiega l’avvocato, che Oggioni oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma si riserva di contestare tutte le accuse dopo aver letto gli atti.

Le dimissioni dell’assessore alla Casa
Come da previsioni, l’incontro di questa mattina tra Sala e Bardelli si è concluso con le dimissioni dell’assessore alla Casa, che pure non risulta iscritto – almeno per ora – nel registro degli indagati. In un comunicato diffuso da Palazzo Marino si precisa che il sindaco valuterà strade alternative per «non interrompere il percorso» tracciato dal Comune sul fronte delle politiche abitative. L’assessorato alla Casa, sottolinea la nota, «è estremamente rilevante per la città di Milano ed è necessario garantire continuità nelle attività che si stanno portando avanti. Nelle scorse ore era lo stesso sindaco di Milano a intervenire sugli ultimi sviluppi delle inchieste dei pm. «Passiamo questi giorni che sono oggettivamente complessi, duri, ma da lunedì ci rimettiamo a lavorare sul nuovo Piano di governo del territorio (Pgt)», ha detto Sala in un’intervista a Repubblica. Il primo cittadino milanese ha aggiunto che «sarebbe estremamente utile avere una preventiva adesione della Procura alle linee di guida del nuovo Pgt», per evitare l’apertura di nuovi fascicoli d’indagine.
Che ne sarà della «Salva Milano»?
L’arresto di Giovanni Oggioni ha spinto il comune di Milano e il Pd a chiedere uno stop dell’iter parlamentare della «Salva Milano», la legge che avrebbe dovuto aiutare l’amministrazione comunale a sbloccare l’impasse del settore edilizio. A insistere per l’approvazione del provvedimento è soprattutto Forza Italia, con Antonio Tajani che dice: «Noi andiamo avanti perché l’abbiamo sempre sostenuto. Quindi andiamo avanti nel sostenerlo, perché non si possono fare i provvedimenti in base a una vicenda giudiziaria che riguarda una persona». Più cauta la posizione Matteo Salvini, che si era speso pubblicamente a favore della norma. «Si parla di Salva Milano e penso che il problema sono le centinaia di famiglie che hanno comprato la casa e ora non sanno se sono proprietari o no. Centinaia di famiglie che non hanno più le chiavi di casa», ha detto oggi il leader leghista, chiedendo al comune di Milano di «dirci cosa vuole fare». Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, ha detto di avere «grandi perplessità» sulla norma Salva Milano, mentre tra le opposizioni fioccano pareri contrari. Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, da sempre contrari al provvedimento, hanno condiviso la richiesta del Pd di fermare l’iter parlamentare della proposta di legge.

Foto copertina: ANSA/Andrea Fasani | Un cantiere tra via Valtellina e via Lepontina, a Milano, sequestrato nell’ambito delle inchieste della procura sull’urbanistica