Raffica di attacchi russi sul Donetsk, gravi perdite ucraine dopo lo stop agli aiuti Usa. La rabbia di Zelensky


Sono almeno 20 le vittime dei bombardamenti russi che hanno colpito l’Ucraina nella notte tra il 7 e l’8 marzo. Dopo l’interruzione da parte degli Stati Uniti alle forniture d’armi, alla condivisione di informazioni di intelligence e agli aiuti delle immagini satellitari dati finora all’Ucraina, gli attacchi di Mosca si sono concentrati principalmente nel Donetsk e nella regione di Kharkiv. In varie zone del Paese sono piovuti missili e si sono verificati blackout. I movimenti bellici sono ripresi con forza anche nel Kursk, dove la Russia ha affermato di aver riconquistato tre villaggi che l’Ucraina aveva preso il controllo nella propria controffensiva. Secondo il britannico Telegraph, la situazione sarebbe così drammatica che l’Ucraina starebbe valutando la possibilità di lasciare la regione russa parzialmente occupata dallo scorso agosto, di fronte al rischio di accerchiamento che corrono 10.000 soldati ucraini: la Russia avrebbe infatti sfondato le principali linee di difesa e interrotto le catene di approvvigionamento. «Vogliamo evitare perdite. La paura dell’accerchiamento è reale», ha detto un sergente ucraino comunicando col giornale britannico. E come se non bastasse, circa 100 soldati russi hanno tentato una clamorosa incursione sulle posizioni ucraine a Sudzha passando attraverso un gasdotto dismesso.
Zelensky: «Servono più sanzioni contro la Russia»
I nuovi attacchi mostrano che «gli obiettivi russi sono immutati», denuncia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram all’indomani di una notte di paura e sofferenza i cittadini del Paese invaso. Mentre il presidente russo Vladimir Putin incassa l’ennesimo messaggio di sostegno da parte del suo omologo americano Donald Trump – secondo cui più facile trattare con Mosca che con Kiev – Zelensky torna a chiedere maggiore durezza nei confronti dell’invasore. «È molto importante continuare a fare tutto il possibile per proteggere la vita, rafforzare la nostra difesa aerea e inasprire le sanzioni contro la Russia», ha dichiarato il leader ucraino. «Tutto ciò che aiuta Putin a finanziare la guerra deve essere spezzato», ha affermato. Di fronte a queste notizie, lo Stato maggiore ucraino ha minimizzato i rischi sul fronte di guerra in Russia e smentito qualunque idea di ritiro delle truppe dal Kursk, dove ha assicurato che nonostante le battaglie difficili, la situazione è «sotto il controllo ucraino» e anche gli incursori russi del gasdotto vengono «distrutti» e «subiscono enormi perdite».
I negoziati di pace
Nel frattempo, proseguono i colloqui tra Usa, Russia e Ucraina per giungere a un cessate il fuoco. Dopo il traumatico incontro alla Casa Bianca in cui Trump ha messo criticato Zelensky per la sua presunta irriconoscenza, una delegazione diplomatica ucraina e una statunitense si incontreranno lunedì in Arabia Saudita per riprendere i negoziati. Da programma, ci sarà anche Zelensky stesso, che dovrebbe tenere una conversazione con il principe saudita Mohammed bin Salman. Il leader di Kiev proverà a trovare spazio per ledere il legame tra Trump e Putin. Secondo il leader di Washington, il presidente russo attaccando l’Ucraina sta facendo «quello che farebbe chiunque» nella sua situazione. Sullo sfondo, rimane l’accordo sulle terre rare che l’Ucraina potrebbe accettare per “imbuonire” l’inquilino della Casa Bianca.