È morta Sabrina Minardi, la compagna del boss della banda della Magliana che fece riaprire le indagini su Emanuela Orlandi


È morta a 65 anni Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano e partner di Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, noto anche come Renatino. Le dichiarazioni di MInardi a Chi l’ha visto nel 2006 fecero aprire una seconda inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. In quella vicenda, Minardi sosteneva di aver avuto un ruolo importante. Al punto di aver anche ospitato la ragazza cittadina vaticana dopo la sua scomparsa.
«È morta come chi sa di aver detto la verità»
Minardi è morta ieri, 7 marzo, in provincia di Bologna. A dare la notizia sui social è stata la giornalista Raffaelle Notarile: «È morta serenamente come chi sa di aver detto la verità. Si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi. È morta nel sonno, Sabrina… e a me dispiace umanamente e professionalmente. Non uno, ma mille gli spunti che ha offerto e che i più non hanno voluto cogliere. Non ultima la Commissione d’inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi… Cosa aspettavate, Vossignori?».
Il presunto ruolo di Minardi nel caso Orlandi
Nel 1983 Minardi aveva 23 anni. All’epoca sarebbe stata la compagna di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana che secondo lei avrebbe avuto un ruolo decisivo nel rapimento di Emanuela ORlandi. Minardi aveva raccontato di aver partecipato al rapimento. Aveva spiegato che la 15enne cittadina vaticana era stata prima rinchiusa in casa sua a Torvaianica per 10 giorni. Poi era stata portata in un appartamento nel quartiere Monteverde a Roma. In seguito, lei stessa avrebbe consegnato la ragazza a un prete.
Le dichiarazioni di Minardi fecero riaprire le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, rilanciando la pista del coinvolgimento della banda della Magliana. Erano stati quindi indagati diversi componenti della banda, tra cui Sergio Virtù, Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni.