Marko Rupnik, tre suore accusano il prete di violenze sessuali: «Voleva un rapporto a tre. Mi ha detto: “Puoi abortire”»


«Mi ha obbligato non solo alla masturbazione ma anche ai rapporti orali, anche se vedeva che mi veniva da vomitare. Si vedeva che stavo male, ma lui insisteva». È questo uno dei passaggi più intensi della denuncia dell’ex suora Gloria Branciani nei confronti di don Marko Rupnik, parroco sloveno e noto artista cattolico già in passato accusato di molestie sessuali. A suor Gloria si aggiungono, Mirjam Kovac, ex monaca della Comunità Loyola, e suor Samuelle della Fraternità Monastica di Gerusalemme, che ai microfoni de Le Iene raccontano gli abusi che avrebbero subito per mano del sacerdote.
Le denunce 30 anni fa
Nella puntata in onda stasera, Suor Samuelle descrive un episodio in cui Rupnik avrebbe tentato un approccio fisico con lei: «Una volta mi ritrovo con lui giù, si avvicina, mi parla del mosaico che stava realizzando e mette la mano sulla mia spalla. Poi la mano è scesa dietro la schiena, a un certo punto si è fermato e con il dito ha iniziato a giocare con il mio reggiseno. Mi sono staccata e lui mi ha guardato sorpreso: “Ma Samuel che c’è? Guarda, è bello che possiamo fare questo insieme, perché io sono un sacerdote, tu sei suora, tranquilla… tutto puro”». «Ho subito diversi abusi psicologici, ma con caratteri sessuali, da parte di Marco Rupnik. Se trent’anni fa la Chiesa avesse ascoltato Gloria e le altre, 25 anni dopo non ci sarebbe la mia storia», aggiunge Samuelle.
«Si eccitava mentre mi dipingeva»
Mirjam parla di un «forte influsso psicologico, spirituale e abuso di autorità». Mentre Gloria racconta: «Mi chiamava molto spesso al telefono, chiedendomi come andava, addirittura come ero vestita, se avevo pregato». Nel tempo, la relazione tra i due avrebbe assunto contorni sempre più ambigui: «Mi invitava molto spesso perché diceva che io potevo fargli da modella – racconta Gloria. Quando dipingeva, magari nudo dalla cintola in giù, era eccitato; quindi, la sua pittura era legata proprio all’eccitazione fisica. Alla fine della prima confessione, lui mi abbracciò a lungo. Poi mi disse che questi gesti erano importanti per iniziare un nuovo cammino di vita». L’ex monaca racconta che gli abbracci sarebbero divenuti più intensi e che a un certo punto Rupnik aveva iniziato a baciarla parlando anche con lei di una sessualità «pura».
Il rapporto a tre
Mirjam afferma che il prete avrebbe anche cercato di mettere lei e Gloria l’una contro l’altra, per destabilizzarle, parlando male di colei che in quel momento era assente. Allo stesso tempo – secondo la denuncia di Gloria – Rupnik aveva fatto pressione per un rapporto a tre Rupnik avrebbe giustificato questi atti con motivazioni teologiche, arrivando a proporre un rapporto sessuale a tre: «Lui diceva che dovevamo invitare un’altra sorella a vivere sessualmente con noi e che lei avrebbe fatto da trait d’union tra noi due come lo Spirito Santo faceva l’unione all’interno del rapporto trinitario. Quindi un rapporto sessuale a tre». Gloria racconta di essersi inizialmente rifiutata, ma di aver infine accettato, sfinita dalle pressioni alla fine accettò.
«Sono a tua disposizione»
«Mi metteva la mano sul suo membro dicendo: “Io sono a tua disposizione”. Il rapporto completo – racconta Gloria c’è stato solamente una volta, un suo tentativo, lui mi si butta addosso e io lì lo fermo e dico “ma io potrei rimanere anche incinta” e lui mi dice “ma se è tutto un gioco, puoi anche abortire come un gioco”. Ero solo devastata quindi neanche reagivo più», spiega. «Le pressioni continuarono fino a spingerla a un tentativo di suicidio: “Non esistevo più come persona, allora ho detto “vado a morire in un posto molto bello, il santuario della Verna, nei boschi lì intorno”. Però lì ho sentito forte che il Signore non voleva la mia morte».