Il prof jazzista Sergio Orlandi pestato da uno studente per un rimprovero in classe. I cazzotti in piazza: «Ora non siamo più a scuola»


Lo hanno picchiato in due per vendicarsi del rimprovero ricevuto a scuola. E ora Sergio Orlandi ammette di avere ancora un po’ di paura in vista del ritorno al lavoro. Soprattutto con il rischio di ritrovarsi ancora una volta davanti a quello studente di 14 anni che lo ha aggredito assieme a un suo amico più grande. Orlandi, 60 anni, insegna musica in una scuola media di Inzago, nell’hinterland a Est di Milano. È un noto trombettista jazz, che in carriera vanta anche il ruolo di prima tromba nell’Orchestra Rai di Milano e tournée con Barry White e Renato Zero, oltre che turnista per Franco Battiato e Mina.
Tutto ha inizio a gennaio scorso scorso. In classe Orlandi dice a uno studente 14enne, ripetente: «Fai silenzio, per favore – racconta al Corriere della Sera – Altrimenti, per cortesia, ti chiedo di uscire». La reazione del ragazzo è rabbiosa: «Se ti trovo fuori, per te sono guai». Dopo quella minaccia, d’accordo con la scuola, il docente lascia correre. Anzi, nelle settimane successive sembrava «che un minimo di dialogo si fosse instaurato tra noi».
Due mesi dopo però, Orlandi incrocia il 14enne nella piazza centrale del paese: «Adesso come la mettiamo? Non siamo più a scuola» gli ha detto il ragazzo prima di picchiarlo. È la mezzanotte tra il 28 e il 1 marzo e ci sono le telecamere a riprendere la scena. Il professore parcheggia pensando di aver visto un conoscente in un bar. È mezzanotte, sta tornando da un’esibizione. Nel locale incrocia lo sguardo del 14enne, ancora in giro a quell’ora. Lo sente anche urlare mentre dà pugni alla porta del bagno: «Dai che se ne va».
Orlandi non pensava che si parlasse di lui. Torna in macchina e vede avvicinarsi il ragazzo con un amico: «Ho pure abbassato il finestrino, ingenuamente, per salutarlo». I due aprono la portiera e fanno partire una raffica di cazzotti in faccia. L’auto si spegne, mentre Orlandi prova a proteggersi il volto. Riesce a rimettere in moto e scappare, col ragazzo che continuava a inseguirlo. Il docente dice che stavolta ha denunciato l’aggressione ai carabinieri, «e non so che provvedimenti saranno presi, anche dalla scuola». A breve dovrebbe tornare in classe. Ma il pensiero lo spaventa: «Sto malissimo se ci penso – raconta – se penso all’idea di incrociare di nuovo quello sguardo a scuola, o in paese».