Ultime notizie Donald TrumpPapa FrancescoUcraina
POLITICAAlbaniaCPRGiorgia MeloniGoverno MeloniImmigrazioneMatteo Piantedosi

Il decreto di Meloni e Piantedosi per trasformare i centri in Albania in Cpr

giorgia meloni matteo piantedosi decreto albania centri cpr
giorgia meloni matteo piantedosi decreto albania centri cpr
È già pronto al ministero dell'Interno. Ma la premier attende l'Unione Europea e la sua lista di paesi sicuri. Mentre Edi Rama...

I centri in Albania verso la trasformazione in Cpr. Con un decreto. Che il governo Meloni ha già scritto e che potrebbe licenziare a breve. Mentre l’assist europeo sui rimpatri degli immigrati regolari potrebbe aiutare l’esecutivo. Perché nel pacchetto che arriverà a Strasburgo domani 11 marzo ci saranno anche i centri di rimpatri in paesi terzi, i cosiddetti “return hubs“. Nei quali poter inviare i migranti irregolari a cui è stata respinta la domanda di protezione internazionale. E che permetterebbero così di riempire Shengjin e Gjader senza interferenze (successive) dei giudici. Almeno finché non si arriverà alla Consulta.

I centri in Albania

Il modello Albania siglato da Giorgia Meloni con Edi Rama prevedeva per i due centri l’accoglienza di migranti irregolari maschi adulti salvati in mare fuori dalle acque territoriali italiane. L’esame delle richieste di asilo però metteva a rischio la permanenza in Albania, visto che il giudice avrebbe dovuto valutare la legittimità del respingimento di fatto. E così è andata. Gli hub previsti dall’Unione Europea invece potranno ospitare fuori dai confini Ue cittadini di paesi terzi che hanno già subito il rigetto della richiesta d’asilo. E che quindi sono in attesa di rimpatrio. L’intenzione è quindi di trasformare i due hotspot in Centri di Permanenza per i rimpatri. Così da aggirare la convalida dei giudici per i trattenimenti.

Il decreto

Il decreto è già pronto. È stato preparato dal ministero dell’Interno guidato da Matteo Piantedosi. Bypasserà così la convalida dei trattenimenti negata dai giudici già in tre occasioni, un timbro obbligato nel caso di richiedenti asilo. Ma c’è un problema. Per rendere valido tutto ciò sarà necessario modificare il protocollo tra Italia e Albania. «Di certo dall’Ue arriva una mano tesa che Meloni non lascerà cadere. Tutti si muovono verso la stessa direzione, ed è la direzione auspicata dall’Italia. Questo cambia la narrazione, e di certo lei non mancherà di togliersi più di un sassolino dalla scarpa nelle prossime ore», fanno notare al Messaggero fonti vicine alla premier.

Il Memorandum Roma-Tirana

La presidente del Consiglio «deciderà se procedere con un decreto o lasciare che sia l’Europa a sdoganare il modello Albania», si spiega. Anche perché in primavera arriverà la lista Ue dei paesi di origine sicure. Uno strumento per accelerare l’esame di domande «probabilmente infondate», come previsto nelle procedure di frontiera del Memorandum. L’elenco potrebbe essere reso noto prima della pronuncia della Corte di Giustizia Ue sui trattenimenti in Albania non convalidati. Scavalcando così di fatto il problema di un’altra sentenza negativa. Per modificare il Protocollo però serve il via libera albanese. E il presidente Edi Rama andrà al voto tra due mesi. E lui per adesso si tiene sul vago. «No, non ho sentito Meloni…», dice al quotidiano.

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche