L’ultimatum mascherato di Donald Trump all’Ucraina: «Non ha le carte sulla pace con la Russia»


L’Ucraina deve essere «seria» nelle trattative di pace. Perché «non ha le carte». Mentre l’accordo sulle terre rare tra gli Usa e Kiev potrebbe arrivare entro due giorni. Anche se secondo molti è un bluff. Donald Trump torna a parlare della guerra in Europa e a fornire ultimatum mascherati a Volodymyr Zelensky, mentre annuncia che lo stop alla condivisione delle risultanze di intelligence potrebbe rientrare in tempi brevi. Alla vigilia dell’incontro tra i negoziatori in Arabia Saudita il presidente degli Stati Uniti si aspetta la disponibilità di Kiev a possibili concessioni territoriali a favore della Russia per porre fine alla guerra. Mentre il tycoon punta di nuovo alla Groenlandia e la invita a entrare nella confederazione.
L’Ucraina
Sarà il segretario di Stato Marco Rubio il capodelegazione americano a Jeddah. Nel comunicato del Dipartimento di Stato che annunciava la sua presenza si parla non a caso della guerra tra Russia e Ucraina. E non di «invasione russa», espressione preferita dalla Casa Bianca all’epoca di Joe Biden. L’Ucraina – secondo il presidente – finora non ha mostrato di voler la pace quanto avrebbe dovuto. Ma «penso che diventerà evidente nei prossimi due o tre giorni. Abbiamo speso 350 miliardi di dollari ma la cosa importante sono le vite umane. Almeno duemila soldati sono morti questa settimana», ha concluso. A chi gli chiedeva se avrebbe preso in considerazione la possibilità di revocare il blocco dell’intelligence, Trump ha risposto: «Ci siamo quasi, ci siamo quasi davvero». La sospensione della condivisione di intelligence riguarda le operazioni di offensiva contro la Russia.
Trump e Zelensky
Zelensky ha dichiarato domenica sera di sperare in «risultati sia nell’avvicinamento alla pace sia nel proseguimento del sostegno», riferendosi alla sospensione degli aiuti americani. I rapporti tra Washington e Kiev hanno subito una profonda trasformazione nel giro di poche settimane, con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump a gennaio. Nel fine settimana, la Russia ha rivendicato significativi progressi nella regione del Kursk. E persino un’avanzata nella regione ucraina di Sumy, per la prima volta dal 2022. Trump ha moltiplicato le sue frecciate contro Zelensky. Accusato di essere un “dittatore”, di non essere abbastanza grato o di non essere pronto per la pace.
La Groenlandia
Intanto il presidente è tornato a parlare della Groenlandia su Truth. «Gli Stati Uniti sostengono fermamente il diritto del popolo della Groenlandia di determinare il suo futuro. Siamo pronti a investire miliardi di dollari per creare posti di lavoro e farvi ricchi. Se lo desiderate vi accogliamo come parte del più grande Paese del mondo, gli Stati Uniti».