Il fantoccio di Giorgia Meloni (col braccio teso) al rogo per Carnevale: «Siamo tutti antifascisti» – Il video
Scatola rosa shocking color Barbie, capelli biondi, giacca grigia e braccio teso in un inconfondibile saluto romano: al grido «siamo tutti antifascisti», un fantoccio della premier italiana Giorgia Meloni è stato bruciato durante il «Carnevalone liberato» di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti. «Barbie fascio di luce», si legge nella scatola dentro cui il pupazzo di cartapesta era inserito. Una tradizione, quella di bruciare ogni anno l’immagine di un “potente”, lunga oltre 160 anni. E che negli ultimi due anni ha già visto bruciare in centro al paese l’effigie della presidente del Consiglio.
La tradizione del rogo carnevalesco
È da quasi due secoli, per la precisione dal 1861, che a Poggio Mirteto il «Carnevalone» si conclude con il rogo di un potente. Un gesto evidentemente simbolico che ponne le sue radici nella rivolta popolare del 24 febbraio 1861, al termine della quale la cittadina si liberà dal controllo dello Stato Pontificio. Così, ogni anno, una persona politica influente viene scelta e bruciata in piazza, sotto forma di fantoccio. Da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi fino a Giorgia Meloni, ce n’è per ogni schieramento e colore.
FdI: «Travalicato confine del rispetto». La replica del Pd
L’accostamento al fascismo e il braccio teso non sono però piaciuti a Fratelli d’Italia: «Le contestazioni e le critiche sono sempre legittime purché queste non travalichino i confini del rispetto della persona e del libero confronto democratico», ha commentato il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami. Un «gesto di vile intolleranza» che, sempre secondo FdI, evidenzia «un clima di odio reso ancora più preoccupante dalla timidezza con cui la sinistra prende le distanze da questi episodi, che invece dovrebbero essere censurati con fermezza». Lo sguardo è inevitabilmente rivolto al Partito democratico: «Attendiamo dalla segretaria Elly Schlein parole chiare in tal senso». Dalla parte dem, per ora, a parlare è stato l’eurodeputato Stefano Bonaccini: «Gli avversari si batto nelle urne, se si è capaci. Continuo a non rassegnarmi all’idea che bruciare in piazza pupazzi o bandiere non sia accettabile. Chiunque lo faccia. Solidarietà a Giorgia Meloni».