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Perché Papa Francesco non si è mostrato in video con la Curia

papa francesco 4 marzo
papa francesco 4 marzo
Cardinali e monsignori non hanno potuto vedere Bergoglio. Il messaggio audio rimane l'unica testimonianza di questi giorni di ricovero. Per un motivo ben preciso

Al 25esimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli Papa Francesco è stabile. La polmonite bilaterale è in via di graduale miglioramento. Ma il quadro rimane complesso e la prognosi riservata. Ieri ha parlato della sua degenza prolungata. Poi ha partecipato alla messa nella cappella attigua alla sua camera. Nel pomeriggio si è collegato con l’Aula Paolo VI per seguire in video gli esercizi spirituali della Curia Romana. Ma i cardinali e i monsignori, è stato precisato, non hanno potuto vedere Bergoglio. Che ha deciso di non mostrarsi. Il messaggio audio di qualche giorno fa rimane quindi la sua unica testimonianza di questi giorni.

I complotti e la realtà

Perché Papa Francesco non ha voluto mostrarsi in video con la Curia? La decisione non mancherà di dare fiato ai complottisti che da qualche settimana vanno avanti a raccontare che Bergoglio in realtà è morto (ne hanno annunciato il decesso almeno quattro volte negli ultimi tempi). Eppure, spiega oggi Jacopo Scaramuzzi su Repubblica, la scelta di non mostrarsi viene proprio dal Papa. E si innesta all’interno di una tradizione vaticana. «I Papi muoiono ma non si ammalano», era l’adagio Oltretevere. Con una versione ancora più estremista: «I Papi stanno bene fino al momento della morte e anche un po’ dopo». Mentre la negazione dell’immagine in tempi di malattia affonda in un precedente specifico che risale a poco tempo fa.

I precedenti

Riccardo Galeazzo Lisi, medico personale di Pio XII, nel 1958 vendette a un giornale le foto del papa agonizzante. Da lì nacque la norma della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis in base alla quale «a nessuno è lecito riprendere con alcun mezzo immagini del Sommo Pontefice sia infermo a letto sia defunto». E infatti quando Giovanni XXIII morì per un tumore maligno allo stomaco, la Radio vaticana glissò parlando di un «male inesorabile». Quando Paolo VI si operò diun tumore benigno alla prostata, l’Osservatore Romano si limitò a scrivere del «malessere di cui il Santo Padre soffre da settimane». Il Parkinson che tormentò Papa Wojtyla negli ultimi anni fu cancellato. Joaquin Navarro-Valls, portavoce e medico, non riferì dettagli fondamentali, come la tracheotomia, e quando il Papa era ormai incapace di deglutire raccontò ai giornalisti che aveva mangiato «dieci biscottini».

L’opinione pubblica

Papa Francesco ha deciso che l’opinione pubblica deve essere informata della sua malattia. Ha voluto che i bollettini serali non nascondessero dettagli sgradevoli. Ha deciso di pubblicare un vocale audio senza nascondere la fatica di parlare. Ma è consapevole del fatto che nella Curia c’è chi non vede l’ora di lasciar circolare certe informazioni. Per questo adesso nicchia. E ricorda che alcuni lo volevano morto e «già preparavano il Conclave». Intanto si mostra un paziente come gli altri, e così procede, anche tramite la malattia, alla riforma del papato. Non spettacolarizza la sua malattia e non la nasconde: governa anche questo momento.

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