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Tesla dimezza le vendite in Cina e crolla in Borsa: -10% a Wall Street. Colpa della svolta politica di Musk?

10 Marzo 2025 - 18:26 Bruno Gaetani
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In Asia, l'azienda del miliardario americano sta perdendo quote di mercato ai danni dei produttori locali. In Europa e negli Usa crescono le campagne di boicottaggio contro i suoi marchi

Il 2025 si conferma un anno tutt’altro che roseo per Tesla. Dopo il crollo delle vendite in Europa, la casa automobilistica fondata da Elon Musk cede terreno anche in Cina. Nel mese di febbraio, rivelano i dati della China Passenger Car Association (Cpca), Tesla ha venduto sul mercato cinese 30.688 veicoli, quasi la metà di un anno fa (-49%). Ancora più pesante l’impatto sull’export: i veicoli prodotti in Cina e venduti all’estero fanno registrare un -87% rispetto al febbraio 2024. Al crollo di Tesla in Cina fanno da contrappeso gli impressionanti aumenti delle rivali mandarine, che stanno rosicchiando sempre più quote di mercato all’azienda di Musk. A febbraio, il colosso cinese Byd ha venduto 67.025 veicoli, con un’impressionante crescita del 187%. Nel confronto con gli altri produttori che operano sul mercato cinese, Tesla è scivolata all’undicesimo posto.

Le difficoltà di Tesla in Cina

Secondo Morgan Stanley, le cose non sono destinate a migliorare per Tesla. Nel 2024, gli affari in Cina hanno rappresentato il 21% del totale dei ricavi dell’azienda. Nel 2030, stimano gli analisti della banca d’affari americana, la percentuale è destinata a crollare al 7%. A penalizzare la casa automobilistica di Elon Musk è soprattutto la competizione agguerrita dei competitor locali, che stanno abbandonando gradualmente la produzione di auto a combustione e sono in grado di proporre oggi veicoli elettrici più economici rispetto a Tesla, ma ugualmente performanti. A febbraio, Byd ha venduto oltre 318mila veicoli tra elettrico e ibrido, centrando un +161% annuo.

Il crollo delle «Magnifiche 7» in Borsa

Il crollo delle vendite in Cina si è tradotto in un crollo di Tesla anche in Borsa. A Wall Street, l’azienda di Elon Musk ha perso circa il 10%, trascinando giù con sé tutte le altre «Magnifiche 7»: Alphabet perde il 5,2%, Meta il 5,6%, Nvidia il 5,1%, Apple il 5,3%, Microsoft il 2,8% e Amazon il 3,7%. A metà giornata, il prezzo delle azioni di Tesla è sceso a 236 dollari, registrando il livello più basso dallo scorso ottobre e annullando di fatto tutti i guadagni messi in cassaforte dalle elezioni presidenziali dello scorso anno.

crollo tesla borsa

Il timore dei dazi e le previsioni (al ribasso) per il 2025

La performance deludente sul mercato cinese potrebbe non essere l’unico elemento che ha contribuito a far crollare il titolo di Tesla a Wall Street. Secondo Forbes, la perdita di valore delle azioni riflette un timore più ampio dei mercati per le politiche economiche di Trump e, in particolare, per i dazi. A peggiorare la situazione ci ha pensato poi una nota di Joseph Spak, analista Ubs, che prevede un calo del 5% nelle consegne di veicoli Tesla nel 2025. Questa previsione è stata una vera e propria doccia fredda per gli investitori, che scommettevano invece su una crescita del 12% per l’anno in corso.

È tutta colpa di Elon Musk?

Il New York Times dà una lettura diversa delle difficoltà di Tesla. Più che il timore per i dazi o la concorrenza dei competitor cinesi, sarebbe stato il protagonismo politico di Elon Musk a far crollare le vendite di Tesla. L’imprenditore americano è diventato uno dei consiglieri più leali del presidente Donald Trump e interviene regolarmente nei dibattiti di altri Paesi, spesso prendendo le parti dei partiti più a destra. Non è un caso, infatti, che le vendite della sua casa automobilistica siano crollate anche in Europa, dove negli ultimi mesi sono nate vere e proprie campagne di boicottaggio contro Tesla e le altre aziende di Musk. A gennaio 2025, le vendite di Tesla nel Vecchio Continente sono crollate praticamente ovunque: -59% in Germania, -63% in Francia, -12% in Gran Bretagna, -44% in Svezia, -38% in Norvegia, -75% in Spagna, -42% nei Paesi Bassi, -31% in Portogallo.

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EPA/Erik S. Lesser | Una protesta fuori da un concessionario Tesla a Decatur (Georgia), negli Stati Uniti

Foto copertina: EPA/Erik S. Lesser

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