Selva di droni ucraini su Mosca, almeno 3 morti: «Putin accetti la tregua». E Zelensky ordina la ritirata dal Kursk


Tre persone sono morte nel massiccio attacco con droni lanciato stanotte dalle forze ucraine sulla rgione di Mosca: è considerato il «più massiccio» mai sferrato dall’inizio della guerra. Secondo il sindaco della capitale russa Sergei Sobyanin, la contraerea moscovita avrebbe abbattuto 91 droni ucraini. In totale, la Russia afferma di aver intercettato oltre 330 droni sul suo territorio, di cui, oltre a quelli su Mosca, 126 nella regione di Kursk. Le vittime sin qui accertate sono un uomo di 50 anni nell’ospedale di Vidnoye e un uomo di 38 anni nel paesino di Yam. Si contano inoltre anche 18 feriti, tra cui 3 bambini. L’Ucraina ha rivendicato l’attacco, affermando che i droni servono a «incentivare» il presidente russo Vladimir Putin ad accettare la tregua aerea, la proposta che i diplomatici di Kiev portano oggi nei colloqui con la delegazione Usa in Arabia Saudita.
La ritirata dal Kursk
Nel frattempo, però, le forze ucraine avrebbero avviato la ritirata completa dal Kursk, la regione conquistata con un’iniziativa a sorpresa ad agosto 2024. Secondo Lorenzo Cremonesi, corrispondente di guerra del Corriere della Sera, l’iniziativa militare era nell’aria da giorni, dopo che unità speciali russe erano ormai riuscite a tagliare gran parte dei collegamenti tra le truppe avanzate ucraine e le retrovie. Immagini delle operazioni di ritiro vengono diffuse in queste ore sia su canali ucraini che sui social russi, dove circolano già foto del centro del capoluogo, Sudzha, ripreso dalle truppe di Putin. Sfumerebbe così il proposito di Volodymyr Zelensky di usare il Kursk come asset da spendere nei negoziati sulla risoluzione del conflitto con Mosca, proprio mentre a Riad entrano nel vivo i colloqui, per il momento indiretti.
L’incontro in Arabia
È cominciato infatti a Gedda, in Arabia Saudita, l’incontro tra Usa e Ucraina per riprendere il filo del dialogo dopo la lite alla Casa Bianca di dieci giorni fa, in cui il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è stato accusato di ingratitudine e poi messo letteralmente alla porta da Donald Trump e J.D. Vance. Sul tavolo diplomatico torna pure l’accordo sulle terre rare che l’inquilino della Casa Bianca pretende come risarcimento per gli aiuti elargiti finora. Tuttavia, secondo le indiscrezioni riportata da AdnKronos, la firma dell’intesa non sarà sufficiente ad ottenere la collaborazione degli Usa che puntano a ottenere un cambio di atteggiamento da parte di Zelensky e un avvio del processo elettorale in Ucraina, attualmente fermo per la legge marziale in vigore.
Le richieste dell’Ucraina
L’Ucraina avanzerà la richiesta di una tregua parziale, con lo stop a droni, missili e attacchi aerei a lungo raggio, oltre che alle operazioni di combattimento nel Mar Nero. Inoltre, gli Usa potrebbero revocare lo stop alla condivisione di informazioni di intelligence all’Ucraina. Infine, secondo quanto scrive Axios, l’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sarà giovedì a Mosca per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin.
In copertina: Truppe russe impegnate nel Kursk – 16 gennaio 2025 (Ansa/Epa – Ministero della Difesa russo)