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La morte del figlio di Gino Paoli e il ricordo della sorella Amanda Sandrelli: «Ci innamorammo subito»

11 Marzo 2025 - 07:52 Alba Romano
gino paoli giovanni paoli amanda sandrelli
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Giovanni Paoli dirigeva il sito di Fabrizio Corona: «Operava sempre nell'ombra, una presenza discreta ma decisiva»

Giovanni Paoli, figlio primogenito di Gino, è morto a 60 anni. Era ricoverato presso l’unità coronarica dell’ospedale Niguarda di Milano dopo un infarto. Giornalista, aveva lavorato per Mondadori e Rcs, da Tv Sorrisi e Canzoni a Chi. Poi era diventato direttore responsabile di DillingerNews, il sito di Fabrizio Corona. Giovanni era figlio della prima moglie del cantautore genovese, Anna Fabbri. «Non era solo un leader, era l’anima di questa redazione. Operava sempre nell’ombra, una presenza discreta ma decisiva, la calma in mezzo alle tempeste giornalistiche che spesso si abbattevano su di noi. Il suo spirito punk, quel cuore ribelle che pulsava sotto la superficie di un professionista impeccabile, ci ha subito conquistato», dicono dalle parti di Corona.

Il figlio di Gino

Giovanni Paoli era nato nel 1965, tre mesi prima di Amanda Sandrelli, figlia di Gino e Stefania Sandrelli. Paoli ha avuto altri tre figli da Paola Penzo: Nicolò, Tommaso e Francesco, nati rispettivamente nel 1980, nel 1992 e 2000. Qualche tempo fa aveva raccontato della scoperta dell’esistenza della sorella: «Nell’estate del 1972, mio padre mi fa: “Domani andiamo a conoscere tua sorella”. Io: “Ma papà, io sono figlio unico”. Lui: “No”. Mi carica in macchina e lungo l’Autosole non spiccico una parola, frastornato. Entriamo dal cancello di una villa sulla Salaria. Entriamo in casa e da una scala vedo scendere una bambina meravigliosa. Amanda e io ci annusiamo come gattini, emozionati e imbarazzati».

Amanda Sandrelli

Sandrelli ha raccontato al Corriere della Sera del fratello: «Sono cresciuta con Giovanni dagli otto ai 13 anni, eravamo sempre appiccicati, dormivamo in due letti a castello, stavamo insieme da mattina a sera. Quando sei così legato a qualcuno negli anni della crescita, ne conosci a fondo il cuore. Lui conosceva il mio, io il suo».

Poi racconta il primo incontro: «Iniziammo subito a parlare fitto fitto, innamorandoci l’uno dell’altro all’istante. Eravamo diversi, ma molto compatibili ed entrambi avevamo bisogno di un fratello o di una sorella. Io ne avevo appena avuto uno da mamma, ma era un neonato, invece, Giò era un coetaneo, una cosa forse unica al mondo. Stavamo in classe insieme, eravamo compagni di banco. Papà ci portava a scuola tenendoci per mano, Anna ci portava su un’auto sportiva, gialla, decappottabile: è stata un po’ la mia seconda mamma, la ricordo vivace, solare, con milioni di persone che la amavano».

Le due famiglie di Paoli

E ancora: «Lei e Giovanni mi hanno accolta in casa loro, sapevano solo che ero la figlia di Gino e questo è stato sufficiente per aprirmi le porte con affetto, in un momento che per me, piccola e lontana da casa, era molto difficile». Negli anni con il fratello ha mantenuto un buon rapporto: «Sapere che lui c’era era una sicurezza, sapeva dire sempre una cosa bella al momento giusto. Era la persona più buona e generosa che abbia mai conosciuto. Aveva grandi talenti e capacità dal punto di vista musicale e della scrittura, ma era schivo, troppo buono, disinteressato alla competizione e per questo ha avuto meno di quanto avrebbe meritato. Mi dispiace questo, oltre alla sua fine ingiusta. Però, penso a mio padre e a sua madre, che hanno 90 e 87 anni: a quell’età, si è fragili e io ora devo tenere la barra diritta per loro».

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