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Il cugino di J.D. Vance: «Ho combattuto in Ucraina, volevo dirgli la verità ma lui non mi ha mai risposto»

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Nate Vance: ho provato a contattarlo, quello che stanno facendo con Trump è un'imboscata in malafede

«J.D. è un bravo ragazzo, è intelligente. Quando criticava gli aiuti all’Ucraina mi dicevo che lo faceva per piacere a un certo elettorato, che il gioco della politica funziona così. Ma quello che hanno fatto (lui e Trump, ndr ) a Zelensky è un’imboscata in totale malafede». Nate Vance è il cugino del vicepresidente degli Stati Uniti. I due hanno in comune i nonni: Beverly, la madre di J.D. è sorella del padre di Nate, James. Da ragazzini andavano in vacanza insieme. Poi hanno preso strade molto diverse. J.D. È diventato vicepresidente di Trump. Nate è andato a combattere i russi in Ucraina. «Il fatto che appartengo alla tua famiglia non significa che accetterò che tu faccia uccidere i miei compagni», gli fa sapere adesso in un’intervista pubblicata da Repubblica.

Il soldato e il vicepresidente

«Mi ha deluso. Quando ho sentito J.D. giustificare la diffidenza nei confronti di Zelensky con i “reportage” che ha visto, stavo quasi per soffocare», dice Nate. «Aveva un cugino in prima linea. Avrei potuto raccontargli la verità, senza ipocrisie o interessi personali. Non ha mai cercato di saperne di più», aggiunge. Nate ha cercato molte volte di mettersi in contatto con J.D.: «Ho lasciato molti messaggi al suo ufficio. Non ho mai avuto risposta ». Il texano ha partecipato alle battaglie di Kupiansk, Bakhmut, Avdiivka e Pokrovsk. Poi all’inizio di gennaio ha lasciato il paese: «Restare era diventato complicato. Non potevo rischiare che mi facessero prigioniero ».

Nate Vance

Nate Vance ha servito nei Marines per quattro anni. Poi ha lavorato in un’azienda petrolifera. È repubblicano, amante della caccia e del tiro al bersaglio. Poi nel 2022 il viaggio in Ucraina: «Ho voluto andare a vedere. Per curiosità. E anche per spirito di avventura. Non è bello da dire ma è la verità». Si stabilisce a Leopoli: «Volevo aiutare nella logistica o nel supporto medico. Vedevo la storia scriversi davanti a me, desideravo farne parte». Poi il fronte: Cercavano chiunque sapesse già tenere in mano un’arma. La formazione era elementare. Molti erano giovanissimi, quasi bambini. Era terrificante». Si è unito a Honor, un gruppo di nazionalisti ucraini già in prima linea nel 2014, ai tempi del Maidan. «Alcuni erano ancora bambini. Ma avevano rabbia e forza».

Trump, Vance e Putin

Adesso ha le idee chiare su come finirà: «Donald Trump e mio cugino evidentemente credono di poter ammansire Vladimir Putin. Si sbagliano. I russi non dimenticano il sostegno che abbiamo prestato all’Ucraina. Per Putin siamo soltanto degli utili idioti».

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