«Si deve vergognare: le diano il Daspo», Zaia contro la mamma degli insulti all’arbitra di basket: «Vai a fare la prostituta»


Gli insulti, le lacrime e ora, la solidarietà anche da parte del governatore Veneto. Protagonista suo malgrado della vicenda è Alice Fornasier, giovane arbitra di basket padovana. «Vai a fare la prostituta», le ha urlato ripetutamente la madre di uno dei ragazzi in campo nella partita tra Joint & Welding Feltre e i Wildcats di Motta di Livenza, Comune nel Trevigiano dove si stava disputando l’incontro organizzato nella Giornata Internazionale della Donna, lo scorso 8 marzo. Gli insulti della madre di uno dei giocatori del Motta si sono protratti per diversi minuti, fino a quando l’arbitra, già vittima di un episodio simile alcuni giorni prima a Cittadella (Padova) che ha portato a squalifica di due giornate per il responsabile, non ce l’ha fatta più ed è scoppiata in lacrime correndo verso gli spogliatoi.
«Se fossi tuo figlio mi urleresti contro?»
In quel momento il Motta conduceva per quattro lunghezze. Dopo una ventina di minuti, Fornasier è stata convinta a tornare i campo. Tuttavia, riporta il Corriere del Veneto, era ancora visibilmente scossa, tanto da fischiare sette falli consecutivi contro gli ospiti, che alla fine perdono 79-74. Il caso è ancor più eclatante alla luce di un’iniziativa che la squadra della cittadina sul Livenza aveva lanciato all’inizio di febbraio. «Se fossi tuo figlio mi urleresti contro?», si legge sulle maglie indossate dai cestisti e dalle cestiste che arbitrano le partite del minibasket e delle categorie giovanili non coperte dagli arbitri della Federazione Italiana Pallacanestro (Fip).
Zaia: «Daspo, non c’è più vergogna»
A conoscenza della vicenda è anche il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che nelle scorse ore ha invocato il Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) per la madre autrice degli insulti. «Se un giovane arbitro donna viene fatta segno di insulti sessisti da parte di un’altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna. Si vergogni invece chi ha proferito quelle offese e sia orgogliosa di se stessa la giovane arbitra alla quale va tutta la mia solidarietà. Quanto alla colpevole degli insulti, per lei mi auguro il Daspo».