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Omicidio di Chiara Poggi, dopo 18 anni indagato di nuovo l’amico del fratello. Il Dna sotto le unghie non è di Alberto Stasi

Andrea Sempio era già finito nell'inchiesta per la morte della ragazza a Garlasco nel 2007. Secondo il Tg1, l'uomo è indagato per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, c’è un nuovo indagato per il delitto avvenuto a Garlasco per cui è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi a 16 anni di carcere. Secondo il Tg1, è stato notificato un avviso di garanzia ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Già in passato l’uomo era stato indagato. Ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate. La svolta dell’indagine della procura è arrivata con l’analisi sul Dna sotto le unghie di Poggi, che anni fa era considerato «non utilizzabile». Quindi non c’era stato alcun confronto. La vicenda fu archiviata due volte, finché le nuove analisi sul materiale organico avrebbero fatto emergere che il Dna appartiene a Sempio.

La prima indagine su Andrea Sempio e le nuove accuse

Sempio, all’epoca dei fatti 19enne, era già stato al centro di indagini, tra il 2016 e il 2017, sollecitate da parte dei legali di Stasi sul dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Le accuse nei suoi confronti erano però state archiviate dall’allora procura di Pavia guidata all’epoca da Mario Venditti. Negli scorsi mesi, poi, la procura di Pavia avrebbe disposto una consulenza che ha confermato, in più punti sotto le unghie di Chiara Poggi, la presenza di Dna riconducibile ad Andrea Sempio. La consulenza era stata avviata grazie alla richiesta della legale di Alberto Stasi, Giada Bocellari, che si era rivolta a un laboratorio genetico con sede all’estero dotato di metodi e tecniche di ultima generazione. Nel nuovo avviso di garanzia l’accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi. Domani 12 marzo, Sempio dovrà presentarsi alla Scientifica dei carabinieri di Milano per essere sottoposto all’esame salivare e al tampone. Gli esami sono stati disposti dal gip di Pavia in modo coattivo dopo che la scorsa settimana l’uomo ha ricevuto l’informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per gli accertamenti sul Dna. Verifiche a cui Sempio ha negato l’assenso, secondo quanto riferito dal suo avvocato Massimo Lovati.

Com’è stata uccisa Chiara Poggi

Chiara Poggi aveva 26 anni quando è stata uccisa. Secondo quanto emerso dalle indagini, la ragazza era stata colpita a morte con un oggetto contundente, che non si è mai trovato né è mai stato individuato. Una delle ipotesi era che Poggi fosse stata colpita con un martello nella sua villetta a Garlasco. Aveva aperto la porta di casa al suo assassino in pigiama, segno per gli inquirenti che lo conoscesse. Non sono mai stati trovati neanche segni di effrazione nella casa. Poggi era sola quella sera, perché i suoi genitori e suo fratello erano in vacanza.

I sospetti su Alberto Stasi

Era stato il fidanzato Alberto Stasi, 24 anni all’epoca, a trovare per primo il cadavere di Poggi. il corpo si trovava sulle scale per la cantina, riverso in una pozza di sangue. I sospetti su Stati partirono dal fatto che il ragazzo aveva le scarpe molto pulite, nonostante fosse passato sul pavimento insanguinato. Una pulizia sospetta, come quella sui vestiti, secondo l’accusa cambiati perché non aveva alcuna macchia di sangue.

Che cosa fa oggi Alberto Stasi

Alberto Stasi oggi ha 41 anni e sta scontando una condanna definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta a Garlasco il 13 agosto 2007. La vicenda giudiziaria ha attraversato cinque processi, due assoluzioni prima della condanna, due richieste di revisione e un ricorso straordinario tutti respinti. L’ultima novità per Stasi è arrivata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha dichiarato «irricevibile» il ricorso presentato nel 2016 da Stasi contro l’Italia per lamentare la violazione dei suoi diritti.

Il 12 dicembre 2015 la Cassazione ha ribadito la condanna a 16 anni. Ma il fine pena al 2030 potrebbe essere anticipato al 2028 per buona condotta. Stasi ha intanto maturato i requisiti per richiedere la semilibertò. A giugno 2025 potrà anche chiedere l’affidamento ai servizi sociali, che lo potrebbe portare fuori dal carcere. Già dal gennaio 2023 è stato ammesso al «lavoro esterno». Laureato alla Bocconi di Milano, Stasi lavora come contabile in una società per poi rientrare nel carcere di Bollate a fine giornata.

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