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I genitori della 19enne, picchiata a Ercolano perché ama un ragazzo transgender, tornano in libertà. La figlia va a vivere dal ragazzo, distante

11 Marzo 2025 - 22:12 Alba Romano
ragazza picchiata genitori ercolano
ragazza picchiata genitori ercolano
La ragazza ha ritirato la querela. I genitori della 19enne negano le accuse: «Non le abbiamo mai tolto il cellulare, né le abbiamo vietato di uscire di casa»

Sono a piede libero i genitori di Ercolano finiti agli arresti domiciliari con le accuse di sequestro di persona e maltrattamenti ai danni della figlia di 19 anni, che ha denunciato di essere stata picchiata e segregata in casa dai genitori perché fidanzata con un ragazzo trans. Secondo la giudice Lucia de Micco non esistono più le esigenze ravvisate domenica 9 marzo, quando nell’abitazione di famiglia sono intervenuti i carabinieri di Torre del Greco. I coniugi, secondo una prima denuncia, avrebbero portato via la ragazza dalla casa dove si era rifugiata con il compagno.

Querela ritirata. Perché il gip ha deciso di rilasciare i genitori

Secondo quanto riporta Repubblica la 19enne alcune ore dopo l’arresto è tornata in caserma e ha ritirato la querela. Una mossa che però, sottolineano gli inquirenti, non influisce sulla procedibilità del reato per maltrattamenti in famiglia, su cui sono stati raccolti diversi indizi. Non reggerebbe invece il sequestro di persona sui cui, secondo il quotidiano, le dichiarazioni della giovane non erano abbastanza dettagliate. E poi, sopratutto, la 19enne non vive più con i genitori. Quindi non ci sarebbe pericolo di reiterazione del reato per via della distanza chilometrica con i due genitori. La coppia, seguita dall’avvocato Andrea Scardamaglio, davanti alla gip, ha dichiarato di non aver mai impedito alla figlia di incontrare il fidanzato, che sta avviando un percorso di transizione e con cui è legata da quasi un anno. Negano di averle vietato di uscire di casa, sia di averle sottratto il cellulare, sia di aver sistemato lucchetti alla finestra di casa.

La 19enne va a vivere dal fidanzato. «Ora vogliamo serenità e pace»

«Sto ancora male per quello che ho vissuto, il mio dolore è non essere stata capita», ha dichiarato la 19enne, sostenuta dal partner con cui ha scelto di vivere. La coppia oggi ha incontrato il presidente di Arcigay Napoli, Antonello Sannino, e dopo ha accettato di rispondere brevemente ad alcune domande dei giornalisti. Sfondo nel colloquio la villa comunale di Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, dove i due accettano di farsi riprendere insieme su una panchina color arcobaleno, rigorosamente di spalle. Lei, 19 anni, giubbino bianco, capelli raccolti in una coda, non trattiene le lacrime. Abbraccia il compagno 20enne, e si apre a un sorriso dicendo che «lui ora mi deve fare un po’ di spazio nell’armadio». Il partner, capelli corti, giubbotto nero, a giugno le ha fatto una proposta di matrimonio «con un anello, un pupazzo ed una batteria di fuochi d’artificio». Non c’è ancora la data, la coppia per il momento vive una situazione d’ansia. Potrebbe esserci un incontro? «Le ferite sono ancora fresche», replica la figlia. Aggiunge il compagno: «Sarebbe bello un giorno sedersi a tavola tutti insieme in pace. Non accadrà tra un mese o due, ma spero che accada». Ora l’importante è archiviare il dolore. «Anche le notizie che si rincorrono sui social sono per noi motivo di angoscia. Vorremmo che tutto questo clamore finisse. Speriamo che siano abbassati i riflettori, vogliamo trovare un po’ di tranquillità», confessa la coppia. Hanno una vita davanti, «ma il nostro unico desiderio è che sia serena e in pace».

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