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Wheesung trovato morto dalla madre a 43 anni, il giallo sulla star del K-pop: la depressione e i precedenti per droga

11 Marzo 2025 - 11:42 Alba Romano
È stata la madre, allertata dal manager, a trovare l'artista deceduto nella propria casa in arresto cardiaco

Choi Whee-sung, noto con il nome d’arte Wheesung è stato trovato morto ieri nella sua casa di Seul, capitale della Corea del Sud. La star del K-pop aveva 43 anni e soffriva di depressione legata al riscontro calante del pubblico. Anche per questo, la polizia ipotizza che l’artista pop possa essersi suicidato. Sul cadavere non c’erano segni di violenza, e sono passati diversi giorni dal decesso per arresto cardiaco al ritrovamento, avvenuto alle intorno alle 18.30 ora locale, quando in Italia erano le le 10.30 del mattino.

Il ritrovamento del corpo

Gli agenti sono entrati nell’abitazione del cantante in seguito alla segnalazione della madre, che è stata la prima a trovare il corpo senza vita nell’appartamento dove Wheesung viveva, nel suo stesso condominio.
La donna era stata a sua volta messa in allerta dal manager dell’artista. I due si dovevano in doveva incontrare, ma Wheesung non si era presentato all’appuntamento e non rispondeva alle chiamate. L’artista aveva in programma un concerto il prossimo sabato un concerto insieme al collega KCM nella città sud-orientale di Daegu.

I precedenti per droga

In attività dal 2002, nel 2021 il cantante era stato condannato a un anno di carcere con pena sospesa per uso abituale di propofol, un farmaco normalmente usato come anestetico che assumeva senza prescrizione. Il 31 marzo 2020, Wheesung era stato trovato svenuto nel bagno di un centro commerciale a Seul dopo aver assunto Etomidate. Accanto a lui è stata trovata una borsa nera contenente quattro siringhe e cinque fiale bianche. Non essendo classificato come narcotico in Corea del Sud, la polizia lo ha rilasciato ma ha confiscato gli oggetti nella borsa. Il 2 aprile 2020, Wheesung è stato trovato di nuovo svenuto nel bagno di un hotel nel distretto di Gwangjin, a Seoul, con una siringa e una bottiglia di vetro contenente Etomidato, un altro anestetico. 

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