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Garlasco, Andrea Sempio «sconvolto e allibito» per l’accusa di omicidio di Chiara Poggi. Cosa succederà ad Alberto Stasi

andrea sempio chiara poggi alberto stasi
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Ha rifiutato il prelievo del Dna. Nel 2016 il match con quello trovato sui contorni ungueali della vittima. La storia delle telefonate e l'approccio respinto. Mentre il condannato tra poco uscirà dal carcere

Andrea Sempio oggi non vive più a Garlasco. Si è trasferito a Voghera e lavora in un negozio di telefonia in un centro commerciale. Da ieri però è in ferie. Per proteggersi dalla curiosità dei media dopo la decisione della procura di Pavia di indagarlo per l’omicidio di Chiara Poggi. «Sono sconvolto e allibito», fa sapere lui. Che era già finito al centro dell’indagine e poi scagionato. Anche per lui, nerd dei videogiochi, c’è l’ipotesi dell’attacco di rabbia, ma dopo un approccio respinto. Mentre Alberto Stasi, condannato a 16 anni, dice: «Sono innocente e so aspettare». Anche se la sua pena si sta per concludere e nel frattempo sta usufruendo dei benefici carcerari, la sua difesa o la stessa procura possono chiedere la revisione del processo.

Andrea Sempio «sconvolto e allibito»

Nel 2007 Andrea Sempio aveva 19 anni. Era amico di Marco, fratello di Chiara Poggi, e frequentava la villetta di via Pascoli. «Io e Marco ci conosciamo fin dalle medie, eravamo in classe insieme. Andavo almeno due o tre volte a settimana a casa sua a giocare. Chiara era sua sorella, ogni tanto mi è capitato di incontrarla in casa ma non ci frequentavamo assolutamente», aveva spiegato lui stesso agli inquirenti. Nel 2016 il match tra il suo Dna e quello trovato sui «contorni ungueali» della vittima l’aveva portato al centro delle indagini dell’aggiunto Mario Venditti. «Sono sconvolto e allibito», dice l’oggi 37enne, difeso dagli avvocati Massimo Lovati e Federico Soldani. Secondo il Corriere della Sera a suo carico non ci sarebbe solo il Dna ma anche «altri elementi». Sui quali per ora c’è riserbo.

Il prelievo del Dna

Una settimana fa Sempio ha saputo dell’avviso di garanzia. E «ha dichiarato di non essere disposto a dare il consenso al prelievo» del tampone biologico ai carabinieri. Due giorni dopo è arrivato l’ordine coattivo del giudice. E il nuovo esame è fissato per il 13 marzo. Intanto pesa il verdetto della quinta sezione penale della Cassazione, presidente Maurizio Fumo, del 12 dicembre 2015. Stasi colpevole e condannato. Prima c’erano state le assoluzioni in primo e secondo grado tra il 2009 e il 2011, con l’annullamento e rinvio da parte della Suprema Corte nel 2013 e con i 16 anni comminati dalla presidente Barbara Bellerio della prima Corte d’Assise d’Appello di Milano il 17 dicembre 2014.

La prima indagine

La prima indagine è partita su mandato di Elisabetta Ligabò, la madre di Stasi. A muoversi gli avvocati dello studio Giarda e i detective della Skp Global Intelligence. Oltre al Dna prelevato di nascosto da una tazzina di caffè e una bottiglietta d’acqua in un bar, ci sono le tre telefonate effettuate dal giovane in casa Poggi tra il 7 e l’8 agosto. Marco Poggi era già in vacanza in Trentino. Poi ci sono i tabulati dei cellulari che fissavano la presenza di Sempio a Garlasco. E i capelli sul lavandino e le impronte di dita e sangue sulla porta. Si valuta anche lo scontrino di un parcheggio, con data 13 agosto 2007 e ora 10.18. Sempio lo esibisce a ottobre 2008 davanti ai carabinieri.

L’estate 2020

Poi le lancette dell’orologio vanno avanti fino all’estate 2020. L’avvocata Laura Panciroli, nuova legale di Stasi, presenta richiesta di revisione del processo alla Corte d’Appello di Brescia. Anche qui arriva l’archiviazione. Intanto Stasi a 39 anni nel 2023 inizia a lavorare all’esterno. Deve 700 mila euro alla famiglia Poggi. In parte li ha già dati. Gli altri li rimedia con il lavoro di contabile in un’azienda a Milano. «Un innocente non si pente, persegue la propria innocenza, e aspetta», è la risposta che dà sulla vicenda. Oggi è difeso dagli avvocati Giada Bocellari (foro di Milano, lo segue da anni) e, dal 2022, Antonio De Renzis (foro di Bologna). Il “biondino dagli occhi di ghiaccio” «attende, è spettatore», racconta a Repubblica chi gli ha parlato in carcere in queste ore.

Il perito

Il Messaggero parla anche con Roberto Porta, ingegnere elettronico, perito per il caso Garlasco. Da consulente del Gip insieme a Daniele Occhetti dice che «ero colpevolista, come tanti, ma quando è emerso che Stasi non utilizzò il computer per una finestra di appena 11 minuti, ho capito che sarebbe stato impossibile per lui commettere l’omicidio. Nell’orario del decesso della giovane, tra le 9: 27 e le 9: 39, Alberto stava lavorando alla tesi di laurea. Poi venne spostato l’orario di morte, e questi sono elementi a me ignoti». Le anomalie «erano evidenti sin dall’inizio. In particolare, avevamo notato la presenza di un’altra persona, Andrea Sempio, attraverso i tabulati telefonici e un scontrino che lui aveva conservato per più di un anno, risalente a un lunedì mattina quando molte attività erano chiuse. Tutto questo era nelle mani dei carabinieri dal 2008».

Cosa succederà ad Alberto Stasi?

Il fine pena di Stasi, ricorda ancora il quotidiano romano, è previsto nel 2030. Ma per buona condotta con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi lo potrà anticipare nel 2028. Chiedendo l’affidamento in prova, di cui maturerà il diritto a giugno. Gli ultimi anni di pena potrebbero finire per lui ai lavori socialmente utili. Mentre a febbraio era stato bocciato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo il suo ricorso contro la condanna. Altrimenti dovrà aspettare altri tre anni. Ma ora potrebbe arrivare una nuova richiesta di revisione del processo. La relazione con Chiara era datata 2005. La sera prima del delitto, secondo il racconto della mamma di Poggi, mentre lui era andato a prendere le pizze, Chiara era andata a spiare nel pc del suo ragazzo, scoprendo cartelle dai contenuti porno e violenti.

Pericolosa e scomoda

Per questo secondo i giudici, Chiara Poggi per Alberto Stasi era diventata «una presenza pericolosa e scomoda». «Non temevo la condanna, con la mia coscienza sono sempre stato a posto. Non ho mai avuto nulla di cui rimproverarmi; anche quando sono stato ingiustamente portato in prigione», ha detto lui a Le Iene. Mancavano arma del delitto, forse un martello, e movente. «Ho trovato una persona uccisa in via Pascoli, venite», era stato il suo allarme al 118. Era sulle scale della cantina, sfigurata, sangue ovunque. E Stasi aveva «i vestiti troppo puliti».

Sempio e l’avvocato

E Andrea Sempio? «Si sente sconvolto e allibito», riferisce il suo avvocato Massimo Lovati. «Gli stanno rovinando la vita». Sempio era stato convocato, insieme con altri tre amici di Marco Poggi, la mattina del 18 agosto del 2007, poco prima dei funerali di Chiara. Poi il 4 ottobre il secondo interrogatorio dopo che i tabulati telefonici avevano isolato sei chiamate a casa Poggi dal cellulare del giovane nei giorni precedenti il delitto. La seconda e la terza, in particolare, mentre il fratello e i genitori di Chiara erano in vacanza. Marco Poggi lo ha sempre ritenuto innocente: «Marco mi è stato vicinissimo, sia lui che la sua famiglia. Ci vediamo ancora, usciamo insieme regolarmente. Cerchiamo di scherzare su questa vicenda: siamo passati da “conosci quella ragazza?” a “conosci quel giornalista?”. Lui mi è stato vicino, mi ha dato forza», disse in un’intervista rilasciata a febbraio 2017 alla trasmissione Quarto Grado.

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