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Il Senato rimanda il ddl Sanità perché manca il parere della commissione Bilancio. M5s: «Soldi per le armi non per la salute»

aula senato palazzo madama roma
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Approdo in aula rimandato, la legge dovrebbe aumentare le prestazioni e ridurre le liste d'attesa. La protesta dei pentastellati

La maggioranza non ha dato ulteriori spiegazioni sul ritardo, assicurando che sarà risolto a breve. Fatto sta che il ddl Sanità, che avrebbe dovuto riordinare e in qualche caso allargare le prestazioni sanitarie del Ssn, e ridurre le liste d’attesa, oggi, 12 marzo, nell’aula del Senato non è arrivato. Manca il parere della commissione bilancio, che pure ha ricevuto il testo giovedì scorso. L’ipotesi dell’opposizione e in particolare del Movimento cinque stelle è che ci siano problemi a trovare le coperture ed è quindi partito, immediato, un comunicato di condanna. «Il disegno di legge sulle prestazioni sanitarie non verrà discusso oggi, nell’Aula del Senato, perché mancano le verifiche sulle coperture del provvedimento. In un momento in cui l’Unione Europea e il nostro governo ci spingono a spendere in armamenti, in cui le sorelle in armi Meloni e von der Leyen vogliono aggiungere 30 miliardi di debito pubblico sulle spalle dei cittadini italiani per la corsa alla guerra, non si trova nemmeno un euro per la disastrata sanità del nostro Paese, se non le mancette utili a ingrassare le casse del sistema privato», si legge nel comunicato congiunto dei parlamentari del Movimento 5 stelle delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato. Duro il commento di Mariolina Castellone, vice presidente del Senato ed ex capogruppo: «L’atteggiamento del Governo in tema di sanità è tutto qui: dopo aver annullato la discussione in Senato per mancanza dei pareri del Governo, viene sconvocata la commissione sanità. Prioritari sono rimasti i tagli per tutto tranne che per le armi. Sconvolgente».

Il ddl Sanità

Il ddl Sanità, tra le altre cose, dovrebbe intervenire nel ridurre le liste d’attesa per l’accesso ai servizi sanitari pubblici e convenzionati, dare nuovi obblighi e nuove regole ai medici di base, riorganizzare una serie di servizi. Tra gli emendamenti presentati in commissione ce n’è tra l’altro uno che potrebbe aver diviso gli animi della maggioranza: secondo la proposta della relatrice, le prestazioni sanitarie non potranno coprire le Rsa per i malati di Alzheimer, come avevano stabilito alcune sentenze anche recenti. La norma, retroattiva, farebbe considerare questo tipo di intervento sempre e solo socio-sanitario e non sanitario. Una scelta certamente impopolare che non sarebbe piaciuta ad una parte della maggioranza.

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