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Sul delitto di Garlasco è tutto da rifare? La traccia di Dna «leggibilissima», le impronte di scarpe e dita: i dettagli da rivedere

12 Marzo 2025 - 15:13 Filippo di Chio
garlasco stasi poggi sempio
garlasco stasi poggi sempio
La compatibilità genetica, le tre chiamate sospette dell'amico Andrea Sempio e il ticket del parcheggio conservato per un anno. Elementi con cui la procura ha riaperto il caso dell'assassinio di Chiara Poggi, per cui è stato condannato Alberto Stasi

Di certezze nel delitto di Garlasco, o meglio nella ricostruzione emersa finora dalle sentenze, ce ne sono sempre meno. Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, è stato giudicato dai periti della difesa di Alberto Stasi e poi della procura «leggibilissimo» e compatibile con quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima a cui martedì 11 marzo è stato notificato l’avviso di garanzia. E sono stati rimessi in discussione anche due elementi tra i più noti dell’indagine, come le orme delle scarpe sulla scena dell’omicidio e le impronte digitali sul dispenser per il sapone usato dall’assassino, fondamentali nei processi che hanno portato alla condanna definitiva di Albert Stasi a 16 anni.

È quanto si evince dal documento con cui la procura di Pavia ha ottenuto dalla Cassazione – dopo il duplice rifiuto del gip – la riapertura del fascicolo riguardante l’omicidio di Chiara Poggi. Il pm avrebbe infatti evidenziato «nuovi elementi indizianti» a carico di Andrea Sempio. Tra questi, oltre alle impronte trovate sul luogo del crimine, anche tre telefonate dell’allora 19enne a casa Poggi e il biglietto di un parcheggio a pagamento. L’accusa al momento è di «omicidio volontario in concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi», ma la nuova – anzi l’ennesima – fase del procedimento è appena iniziata.

Il risultato delle due perizie genetiche

Intanto sono emersi ulteriori dettagli riguardo alle due consulenze genetiche – una su impulso della difesa di Stasi e una ordinata dalla procura – che hanno riaperto l’inchiesta. Secondo i genetisti Lutz Roewer e Ugo Ricci, il materiale genetico trovato sul contorno delle unghie di Chiara Poggi – che all’epoca delle prime indagini era stato dichiarato «non utilizzabile ai fini di comparazione» – sarebbe invece «leggibilissimo». Dalla seconda consulenza, poi, sarebbe emerso che «uno dei cinque apolotipi repertati (le combinazioni che si alternano lungo un cromosoma, ndr), in particolare quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima». Da qui la necessità, ravvisata dal pm, di «non proseguire le indagini nel procedimento contro ignoti, essendo emersi elementi indizianti a carico» dell’amico del fratello di Chiara Poggi.

Le impronte delle scarpe e sul dispenser

Il sì definitivo della Cassazione alla riapertura del caso Garlasco è arrivato il 12 settembre, dopo che il gip aveva rigettato la domanda il 28 febbraio e il 9 maggio. La Corte aveva infatti ravvisato, come segnalava la procura di Pavia, nuovi elementi sufficienti a spostare il focus degli inquirenti su un nuovo indagato, Andrea Sempio. Il pm, si legge nel documento della Cassazione, vorrebbe svolgere ulteriori approfondimenti per valutare la «compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle scarpe di Andrea Sempio». Non solo. Avrebbe anche avanzato la richiesta di confrontare, anche tramite l’appoggio di periti, «le impronte papillari repertate sul luogo del delitto con quelle mai acquisite di Andrea Sempio». Insomma, come sottolineato nel testo, si tratterebbe di aprire un filone mai percorso delle indagini. Che includerebbe anche la possibilità di interrogare gli amici dell’epoca di Chiara Poggi e del fratello, per «ricostruirne le frequentazioni», e sentire lo stesso Andrea Sempio.

Il ticket del parcheggio e le tre chiamate con la vittima sola a casa

Non solo nuove fonti di prova genetiche o dattiloscopiche, ma anche “ingranaggi” che durante il procedimento a carico di Alberto Stasi non erano mai stati approfonditi a sufficienza. E che ora, sulla scorta dell’esame del Dna, potrebbero acquisire peso non secondario. Si tratta, in particolare, di tre telefonate partite dal cellulare di Andrea Sempio nei giorni appena precedenti all’assassinio di Poggi. Si tratta di tre contatti brevissimi – 10, 2 e 21 secondi – avvenuti il 4, il 7 e l’8 agosto 2007. I sospetti degli inquirenti si concentrano soprattutto sulla seconda e sulla terza: Sempio, infatti, sapeva che in quei giorni la 26enne era a casa da sola e che suo fratello Marco – insieme ai due genitori – si trovavano in vacanza in Trentino. A cui si aggiunge un biglietto del parcheggio a pagamento di Vigevano che l’amico del fratello, oggi 37enne, aveva mostrato agli inquirenti come alibi per dimostrare che la mattina dell’omicidio non si trovava a Garlasco. Gli accertamenti sulle celle telefoniche dimostrano l’esatto opposto. E, secondo la procura, il fatto che abbia tenuto per più di un anno un oggetto che solitamente viene gettato via non appena scaduto è un elemento non trascurabile.

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