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Vittorio Feltri e il fiasco di Garlasco: «Avevo ragione io, Alberto Stasi è innocente»

vittorio feltri alberto stasi chiara poggi
vittorio feltri alberto stasi chiara poggi
Il giornalista ha sempre sostenuto l'innocenza del ragazzo di Garlasco. «Ma ora in carcere ha perso gli anni migliori della sua vita»

«Sono sorpreso, quasi commosso. Non ci speravo più». Vittorio Feltri ha sempre sostenuto che Alberto Stasi fosse innocente. «Evidentemente i fatti mi stanno dando ragione, con molto ritardo rispetto a quello che mi sarei aspettato. Ma, come si dice, meglio tardi che mai», dice oggi a Libero. Secondo Feltri il “biondino dagli occhi di ghiaccio” ha subito un’ingiustizia «acclarata, e per me evidentissima. Aggiungo che sedici anni sono un’eternità per un ragazzo che evidentemente ha perduto in carcere gli anni migliori della sua vita».

Magistrati e giornalisti

Nel colloquio con Simona Bertuzzi Feltri dice che peggio dei magistrati ci sono solo i giornalisti. Mentre «le indagini e le deduzioni tratte da quelle indagini erano chiaramente errate. Avevo capito subito che quel ragazzo non c’entrava nulla. Poi davanti alla condanna mi sono arreso». Mentre riguardo le prove, non ce n’era «Neanche una vera e concreta. I pedali della bicicletta; le scarpe da ginnastica; lei che aveva aperto la porta all’aggressore, quindi per tutti era inevitabile che fosse Alberto. Ma non c’erano l’arma del delitto e neppure il movente. Anche la faccenda del materiale pornografico era subito caduta. E poi gli orari, mi scusi. Stasi non avrebbe potuto uccidere Chiara Poggi semplicemente perché nell’ora in cui Chiara veniva uccisa lui era a casa sua e lavorava alla sua tesi di laurea. Sul pc resta la memoria di tutto ciò che si fa. Come è possibile che non sia emerso?».

Prove e frattaglie

Insomma, secondo Feltri quelle che venivano definite prove inconfutabili «erano solo frattaglie e sospetti ingigantiti dai mass media affamati di un mostro credibile da sbattere in prima pagina. Stasi peraltro sembrava il colpevole perfetto. Perbene. Educato. Mai un comportamento scomposto o una frase sopra le righe. La gente ci sguazza in certi delitti, e se il colpevole ha l’aria di essere un contabile serio che va fuori di testa e ammazza la sua fidanzata, trae un certo godimento». E parla di «un complesso di fesserie commesse sulla pelle di un giovane che non meritava nessuna punizione. Chiara lavorava, conduceva una vita sua, evidentemente aveva amici e conoscenti come tutti i giovani di quell’età. Ma non hanno fatto nessuna indagine nell’ambiente di lavoro di lei, magari un innamorato deluso, magari un collega arrabbiato…».

Andrea Sempio

Su Andrea Sempio, Feltri dice che «bisogna essere cauti, soprattutto alla luce dell’esperienza passata. Non lo conosco e non ho seguito nel dettaglio la vicenda che ha portato a individuarlo. Il mio pensiero va solo ad Alberto. Che si è fatto 14 anni di galera da innocente». Mentre con Stasi sono diventati amici: «Mai abbandonato, neanche un momento. L’ho incontrato proprio la settimana scorsa e l’ho sentito due giorni fa. È un carissimo amico, un bravo ragazzo, intelligente, laureato alla Bocconi. Ha un buon lavoro da contabile, esce la mattina dal carcere e ci torna alla sera». Come lo ha visto? «Un ragazzo sereno. Ma gli hanno rovinato la vita».

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