Giancarlo Giorgetti promette che l’Italia non taglierà la sanità per comprare armi: «Ma in Europa non tutti d’accordo» – Video
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è prudente quando risponde alle interrogazioni dell’opposizione, prima di M5s e quindi di Avs, sugli impegni economici dell’Italia in relazione al programma ReArm Europe, e da Italia Viva sui dazi. Su entrambi gli argomenti, però, si pone in vistoso dissenso con il leader del suo partito, Matteo Salvini.
«L’ovvia premessa è che l’attuale panorama politico chiede una coordinazione con l’Ue – dice Giorgetti in risposta ai partiti che gli chiedono chiarezza – Il piano ReArm Europe prevede investimenti fino a 800 miliardi, i dettagli saranno noti solo nelle prossime settimane», dice e non raccoglie le polemiche di chi gli ricorda che proprio oggi, mercoledì 12 marzo, la Lega ha votato contro il progetto nel parlamento europeo. «La posizione nazionale – dice il ministro – è che questo piano non comprometta gli investimenti pubblici e non crei nuovo debito, per il governo italiano il finanziamento non potrà avvenire a scapito della sanità e dei servizi pubblici. L’Italia ha proposto di coinvolgere capitali privati nell’iniziativa». Giorgetti rivendica la «clausola di solidarietà sul patto di stabilità» che tiene le spese di difesa fuori dal calcolo, come l’Italia chiedeva da tempo. Noi, conclude «riteniamo impossibile tagliare la sanità e la spesa pubblica per finanziare armi, non tutti la pensano allo stesso modo in Europa. La valutazione andrà fatta alla fine delle discussioni in corso, siamo tenuti a rispettare gli impegni comuni, se l’Italia fa parte di un’alleanza e questa alleanza richiede un impegno del 2% siamo tenuti seriamente a rispettarlo».
Più netto il giudizio sui dazi, che invece Salvini aveva definito «belli» e «una occasione straordinaria»: «Se fossi in grado di sapere cosa ci aspetta, mi candiderei ad essere santo subito, scherza all’inizio – E’ indubbio che la politica dei dazi potrebbe danneggiare l’economia italiana ed europea, ma siamo già davanti a dazi effettivi subiti grazie alla concorrenza sleale, è l’occasione per pensare ad un nuovo Wto capace di imporre regole comuni all’economia globale».
Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev