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Paolo Zampolli: l’italo-americano che Donald Trump ha nominato «inviato speciale per le partnership globali»

paolo zampolli donald trump melania trump
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Finora era stato presentato come inviato per l'Italia. Ora dovrà promuoverà «gli interessi americani sulla scena globale». Qualche tempo fa ha detto che Meloni deve cambiare idea su Zelensky e l'Ucraina

Ora la nomina è ufficiale. E i dubbi possono rientrare. In un post su Truth Donald Trump ha ufficialmente incaricato Paolo Zampolli. Che adesso è «inviato speciale per le partnership globali», come ha spiegato il presidente degli Stati Uniti mentre tesseva le lodi dell’uomo. Che finora si era presentato come inviato speciale sì, ma per l’Italia. Ma poco importa: «Con la sua vasta esperienza di lavoro con le Nazioni Unite, il Kennedy Center e varie iniziative internazionali, Paolo ci aiuterà a promuovere gli interessi americani sulla scena globale», ha scritto il presidente. E l’uomo che gli ha presentato Melania potrà interessarsi di dossier come la cooperazione, il commercio e la difesa.

Zampolli, Donald e Melania

Zampolli è nato a Milano nel 1970. L’agenzia di stampa Agi ricorda che negli Anni Novanta ha fondato l’agenzia ID Models a New York. E ha introdotto Melania Knauss nel mondo della moda americana. Nel 1998 l’incontro tra il tycoon e la futura first lady è stato proprio favorito da lui. In cambio Ttrump gli ha aperto le porte del resort trumpiano di Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida. Poi la nomina come inviato speciale in Italia. Con l’obiettivo di rafforzare i rapporti politici ed economici tra i due paesi. L’imprenditore italiano ha proposto l’inclusione degli Stati Uniti nel programma di sviluppo del caccia europeo-giapponese Gcap. Intanto per lui è arrivato anche il compito di rivoluzionare il Kennedy Center, cuore della cultura liberal di Washington.

Ambasciatore presso la Dominica

Trump ha smantellato il board e si è autonominato presidente. Zampolli insieme a Elon Musk vuole farne un luogo che ospiti eventi di arte contemporanea e serate da 200 dollari a biglietto per finanziare l’istituzione. Tra i progetti anche l’apertura di un ristorante Cipriani. Zampolli è stato ambasciatore presso le Nazioni Unite per la Dominica, isola caraibica. Il primo marzo Il Foglio gli aveva dedicato un ritratto. E lui aveva parlato off the record della politica italiana. «La posizione sull’Ucraina della Meloni deve cambiare, non piace al presidente».

E Zelensky? «Dovrebbe ricostruire lui Gaza con tutti i soldi che si è fregato». Sulla questione palestinese: «Be’, Gaza ora è distrutta, rasa al suolo, ci vorranno dieci anni per ricostruirla, ma 50 se ci sta la gente in mezzo. Il presidente ha un accordo con gli stati vicini per spostarne cinquecentomila. Oggi ho visto l’ambasciatore degli Emirati Arabi ed è d’accordo». Infine, sull’incarico in Italia: «No, anche per altro, tutto ciò che mi chiederà il presidente. Che poi io gli avevo chiesto un altro incarico, ma va bene lo stesso».

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