Via libera del Parlamento Ue al piano di riarmo. Si spacca il Pd: 11 deputati si ribellano a Elly Schlein e votano a favore


Il Parlamento europeo ha approvato oggi in seduta plenaria una risoluzione sulla difesa europea che «accoglie con favore» il piano ReArm Europe proposto la scorsa settimana dalla Commissione europea. Il testo è stato approvato con 419 sì, 204 no e 46 astenuti. Non si tratta, tecnicamente, dell’approvazione del piano in sé e per sé, i cui dettagli sono d’altronde ancora in corso di elaborazione, d’intesa tra Commissione e governi nazionali. Anche perché Ursula von der Leyen ha detto nei giorni scorsi di voler porre quel progetto su un binario «accelerato» (tramite l’articolo 122 del Trattato Ue), sottraendolo di fatto all’approvazione del Parlamento europeo. Ma nei fatti l’Assemblea di Strasburgo lo ha già ampiamente discusso in questi due giorni, e oggi ha dato il suo via libera di principio, in una risoluzione che chiede che le risposte ai rischi geopolitici esterni siano «simili a quelle in tempo di guerra».
Partiti italiani in ordine sparso, il Pd si spacca
Sulla risoluzione i partiti italiani, sia di maggioranza che di opposizione, si sono spaccati, con FdI e Forza Italia largamente a favore, la Lega e l’M5s contro e il Pd in ordine sparso: ben 11 deputati, la metà della truppa dem in Ue, hanno di fatto voltato le spalle alla linea dettata da Elly Schlein, quella dell’astensione, e hanno invece votato a favore del piano, in conformità col resto del gruppo S&D. Si tratta – come si evince dal verbale della seduta – di dirigenti di peso come Lucia Annunziata, Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli e Raffaele Topo. Annunziata sostiene di aver però corretto il voto – diversamente da quanto riportato a verbale – dal sì all’astensione.
La risoluzione sull’Ucraina
In una seconda risoluzione approvata sempre mercoledì, il Parlamento afferma che «in seguito all’apparente cambio di posizione degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, incluso il fatto di aver incolpato apertamente l’Ucraina della guerra in corso, l’Ue e i suoi Stati membri sono ora i principali alleati strategici di Kyiv e devono restare il suo maggiore donatore». Per sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina, afferma la risoluzione approvata con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astensioni, «l’Ue e i suoi Stati membri devono aumentare in modo significativo la necessaria assistenza al Paese. In un passaggio aggiunto al testo all’ultimo minuto dopo la svolta nei colloqui di Riad arrivata ieri, il Parlamento Ue «accoglie con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti dell’11 marzo, che include la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di informazioni, sostiene la proposta di un accordo su un cessate il fuoco di 30 giorni e si aspetta che la Russia lo accetti cessando tutti gli attacchi». Ciò non toglie, è il messaggio per gli Usa di Trump, che la strategia di appeasement con Vladimir Putin è un grave errore, che l’Ucraina «deve essere in grado di rifiutare accordi affrettati che ne compromettano la sicurezza nel medio-lungo termine e lo espongano, insieme ad altri Stati europei, a nuove aggressioni russe». E che, a maggior ragione, «non possono esserci negoziati sulla sicurezza europea senza la partecipazione dell’Ue».
Le scelte di Fratelli d’Italia
Dopo aver tentato invano di far rinviare il voto, Fratelli d’Italia ha deciso di astenersi sulla risoluzione: una presa di distanza – ha spiegato Nicola Procaccini in Aula – da «un testo che non tiene conto delle novità delle scorse ore e finisce per scatenare odio verso gli Usa invece di aiutare l’Ucraina». Compatto è stato invece il voto della pattuglia meloniana alla prima risoluzione, quella sul futuro della Difesa Ue.
In copertina: La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, durante la Direzione Nazionale del Partito Democratico – Roma, 27 febbraio 2025 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)