Il Cremlino attacca di nuovo Mattarella, Maria Zakharova: «Bugie sul nucleare». Il ministro Tajani convoca l’ambasciatore Paramonov


Il ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov. «Condanna severa contro l’ennesimo attacco verbale nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Uomo di pace e simbolo di unita’ nazionale ed europea. Per questo ho deciso di far convocare l’Ambasciatore russo in Farnesina. Al Capo dello Stato la mia più sincera solidarietà», ha scritto Tajani in una nota in un messaggio pubblicato sul proprio profilo Twitter. Mosca è tornata a prendere di mira il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Per la terza volta in poche settimane, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha attaccato il capo dello Stato: «Le affermazioni del presidente italiano Sergio Mattarella secondo cui la Russia minaccia l’Europa con armi nucleari sono menzogne e falsità», ha dichiarato, secondo quanto riferito dall’agenzia Tass.
Il discorso di Mattarella in Giappone
Il riferimento è alle dichiarazioni fatte dal presidente italiano l’8 marzo scorso durante un incontro a Hiroshima, in Giappone, con gli «hibakusha», i sopravvissuti ai bombardamenti atomici che segnarono la fine della Seconda guerra mondiale. Nel suo intervento, Mattarella ha denunciato il fatto che la Russia abbia reso accettabile ciò che fino a poco tempo fa era impensabile, ossia la minaccia di impiegare armi nucleari ai confini dell’Unione Europea: «Mosca si è fatta promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare, a cui si aggiungono il blocco dei lavori del Trattato di non proliferazione, instillando l’inaccettabile idea che ordigni nucleari possano divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti, come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale».
Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato come «le minacce nucleari si vanno moltiplicando, con lo sviluppo di arsenali la cui unica giustificazione appare quella dell’aggressione e della dominazione, non della difesa». Ha inoltre evidenziato che «il tabù nucleare viene eroso, pubblicizzando l’esistenza di armamenti atomici di cui si sottolinea la portata limitata, controllabile, circoscritta a singoli teatri di operazioni, e dunque implicitamente suggerendo la loro accettabilità nell’ambito di guerre che si pretenderebbero locali». Di fronte a questa prospettiva, ha ribadito che «l’Italia condanna fermamente» ogni tentativo di riproporre l’opzione nucleare, considerandolo «di per sé un delitto contro l’umanità».