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Dugin, il filosofo di Putin: «Giorgia Meloni è stata sedotta dai globalisti ma ora andrà con i vincitori»

14 Marzo 2025 - 06:18 Alba Romano
alexandr dugin trump putin meloni
alexandr dugin trump putin meloni
«L'ascesa di Trump? Una rivoluzione. Ma gli Usa dovranno scegliere tra noi e l'Europa»

Aleksandr Gel’evič Dugin è un filosofo russo molto vicino a Vladimir Putin. Oggi in un’intervista al Fatto Quotiidiano parla del rapporto tra lo zar e Donald Trump, del populismo che vincerà in Europa e in America e del governo di Giorgia Meloni. Che dovrebbe tornare alle origini mollando le élite europee e legandosi a doppio filo con i due leader mondiali. Secondo Dugin l’ascesa di Trump «al potere, con la sua squadra, è una grande sorpresa perché è una rivoluzione in piena regola». Che porterà a «un nuovo ordine multipolare, in cui gli Stati Uniti avranno comunque un ruolo di primo piano. È la logica conseguenza del Maga, Make America Great Again. Un concetto che si può applicare all’Europa, all’India e anche alla Russia, riconoscendo così gli altri poli. E se ci sarà una Grande Russia non sarà necessariamente ostile agli Stati Uniti, anzi».

La Russia e gli Usa

Nel colloquio con Fabrizio D’Esposito Dugin dice che «Trump non considera la Russia il nemico principale e quindi la guerra in Ucraina ha perso senso per gli Stati Uniti. Ma per la Russia ha ancora senso e ragione perché dobbiamo raggiungere gli obiettivi delle operazioni militari speciali. C’è quindi una sorta di contraddizione. Trump vuole fermare la guerra, noi vogliamo vincerla. Fermare la guerra e vincere la guerra sono due concetti diversi. Anche l’Unione Europea e Zelensky non vogliono fermare la guerra come vuole Trump, ma vincere la guerra contro di noi. C’è chi vuole la vittoria da entrambe le parti, noi, Zelensky e l’Unione Europea, mentre Trump vuole la pace, la fine della guerra».

Trump vuole la pace, la Russia e il Regno Unito la vittoria

Secondo Dugin «Trump vuole la pace, noi vogliamo la vittoria e anche il Regno Unito vuole la vittoria. È impossibile soddisfare tutte le parti. E alla fine Trump sarà costretto a scegliere». Il filosofo preconizza anche la vittoria del populismo europeo e americano: «Questa è la situazione: non è troppo veloce, ma sta andando avanti. La crescita in Germania dell’Afd è molto importante perché è una vittoria della parte orientale, prussiana della Germania che ha creato l’Impero tedesco nel XIX secolo. La nazione tedesca si basa sul dualismo tra la parte prussiana e quella occidentale».

La Russia e l’Italia

Poi dice che il populismo italiano «è stato sedotto dai globalisti e oppresso dai liberali di sinistra europei che odiano la Russia. Ma ora penso che Meloni sia totalmente a favore di Trump e smetterà di essere russofoba come lo era all’inizio. Del resto i liberali europei adesso stanno perdendo e ora Meloni vuole tornare nel campo dei vincitori, riscoprendo le sue radici di vera populista di destra. Negli ultimi tre anni la sua strategia è stata riprovevole perché per unirsi ai globalisti di sinistra è andata contro i principi del suo movimento politico e della maggioranza che l’ha votata. Ma spetta a voi italiani decidere se ha tradito o meno il populismo».

E infine: «Meloni se è a favore di Trump lo sarà anche di Putin. In ogni caso è molto più naturale che lei segua questa ideologia piuttosto che finga di essere una sorella minore del potere globalista europeo. Così tornerà alla sua matrice originaria».

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