Andrea Scanzi si scusa con Il Fatto per «l’equivoco» sui «culi di pietra frustrati» delle redazioni


Andrea Scanzi è «molto dispiaciuto» per «l’equivoco» sui «culi di pietra frustrati» che gli rovinano le interviste. E sostiene che nella chiacchierata su Rai2 con Alessandro Cattelan non si riferiva «minimamente» ai colleghi del Fatto Quotidiano. Ma alle sue esperienze con La Stampa, l’Espresso e Il Riformista tra 2005 e 2011. Infatti, sostiene, aveva citato articoli che risalivano al 2009 e al 2011. Quando ancora non lavorava per il giornale di Marco Travaglio. «Il Fatto non c’entra nulla. Ci lavoro dal 2011 ed è casa mia. La domanda di Cattelan era ironica e ho risposto ironicamente. Nessun desiderio di dileggiare (macché) una categoria che fa un lavoro complicatissimo. Quando però molti ti fraintendono vuol dire che un errore l’hai commesso. Per questo dopo averlo fatto ieri sui social mi scuso pure qui con i colleghi che si sono sentiti offesi. Tutto volevo fuorché questo. Viva il Fatto!».