I reperti del delitto di Garlasco distrutti dal tribunale, quali prove non si trovano più: al setaccio anche i laboratori del Ris


Il pigiama di Chiara Poggi sporco di sangue non c’è più nel magazzino del tribunale di Pavia. Così come altri reperti del delitto di Garlasco, andati distrutti ormai nel 2022. Nell’ufficio corpi di reato lo spazio è risorsa preziosa. E come spesso accade per casi con sentenza definitiva, soprattutto dopo tanti anni, in tribunale hanno dovuto sgomberare gli scaffali per le prove di casi più recenti. La scoperta è emersa negli ultimi giorni, quanto gli investigatori avevano ripreso le ricerche di nuovi elementi utili dopo la riapertura dell’inchiesta che vede indagato per concorso in omicidio Andrea Sempio.
Sparita la tastiera di Chiara Poggi
Ad andare persa sarebbe anche la tastiera del pc dei Poggi. Proprio quella da cui era stato prelevato il Dna che sarebbe attribuito all’amico del fratello della vittima. Quel pc i due all’epoca poco più che ventenni lo usavano per giocare ai videogiochi. La stessa Chiara lo usava per i suoi studi universitari. Già nel 2022 Alberto Stati aveva richiesto il dissequestro di quel che gli era stato preso, nel corso del processo, dopo la condanna in via definitiva nel 2015. E poi la Corte d’Appello di Milano, nello stesso 2022, aveva ridato sia a Stasi che alla famiglia Poggi tutto ciò che era stato prelevato dalla villetta durante le indagini e i processi. C’era anche il pc e la tastiera. Questa non era mai stata repertata. Per cui ora la speranza di ritrovarla è ridotta al lumicino.
Le altre prove sparite
Non è poi chiaro che fine abbiano fatto i capelli, come quello corto più chiaro degli altri, provvisto di bulbo, che la vittima stringeva nel palmo di una mano. Stesso discorso per il dispenser nel bagno al pian terreno dove, allora, erano state isolate le impronte digitali di Stasi mischiate alle tracce di Dna di Chiara.
Le ricerche continuano
Le ricerche degli inquirenti comunque non si fermano. L’obiettivo è ritrovare altri reperti, quanti più possibile ancora disponibili tra laboratori usati negli anni. Per esempio quello del Ris di Parma, oltre che lo stesso ufficio reperti del tribunale di Pavia. Magari qualcosa è rimasto. Ogni oggetto potrebbe rivelare nuovi dettagli, che all’epoca delle indagini erano di fatto invisibili alla luce delle tecniche scientifiche a disposizione.
Le altre prove da rianalizzare
Esistono comunque altre tracce biologiche repertate sulla scena del delitto. Queste potrebbero indicare nuovi profili genetici. Per ora non è del tutto chiaro che cosa sia leggibile o meno. Fatta eccezione per le tracce organiche che hanno portato alla riapertura delle indagini a carico di Sempio, cioè quelle rilevate sulle unghie di Chiara Poggi.