Milano, spunta il «cimitero del merito» davanti all’ufficio scolastico. La protesta dei docenti contro le graduatorie bloccate – Il video
«Il merito è morto». La facciata dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia è stata ricoperta da decine di epitaffi per denunciare la precarietà in cui sono rimasti migliaia di docenti dopo i concorsi Pnrr. A Milano, come in molte altre città italiane, gli insegnanti risultati idonei ma non vincitori nei concorsi 2020 e 2023/24 sono scesi in piazza. La richiesta è chiara: la pubblicazione della graduatoria di merito per gli idonei, ancora bloccata dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Solitamente, queste graduatorie venivano diffuse dopo l’uscita dei risultati dei precedenti concorsi, ma nel caso dei concorsi Pnrr non sono mai state rese pubbliche, come riportato in un’inchiesta di Open. Il risultato è che migliaia di docenti che hanno superato le prove con il punteggio previsto si sono ritrovati esclusi nella graduatoria dei vincitori, ma senza sapere la propria posizione. La protesta ha toccato anche Roma, Genova, Napoli, Bari e molte altre città, portando alla luce un malcontento crescente nel mondo della scuola.
A Milano spunta la «morte del merito»

«Nell’anno 2025 si è spento dopo una lunga agonia il merito. La morte è sopraggiunta in seguito ad assenza di trasparenza, pestaggio di competenze, mercificazione della dignità e trauma cronico per ripetuti concorsi», si legge sugli epitaffi esposti dai manifestanti a Milano. «È morto il merito dei tantissimi docenti in attesa delle graduatorie che il governo si ostina a non pubblicare», spiega a Open la docente Marta Olmi. «Siamo stanchi, sfruttati e depressi», aggiunge un’altra. Alcuni manifestanti spingono ancora più in alto la protesta, chiedendo le «dimissioni» del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Durante la protesta, una delegazione di docenti è stata ricevuta dall’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. Nonostante la solidarietà espressa dai rappresentanti, la risposta è stata ancora una volta demandata a Roma: «Rispondiamo alle indicazioni del ministero».
Un caso politico: accuse di opacità e ritardi

La gestione delle graduatorie del concorso Pnrr 2023 è ormai un caso politico. Le opposizioni, nelle scorse settimane, hanno accusato il ministero di mancanza di trasparenza e di aver lasciato migliaia di insegnanti senza risposte. E in un’interrogazione parlamentare, il ministero aveva replicato di non essere obbligato alla pubblicazione della graduatoria, ma, al contempo, promettendo interventi per migliorare la trasparenza. «Nei concorsi precedenti, la graduatoria di merito è sempre stata pubblicata dopo quella dei vincitori, ma con i concorsi Pnrr il ministero sta agendo diversamente», denunciano i docenti. A fare eco alla protesta di oggi è il sindacato della scuola Flc Cgil, che sottolinea come «gli scorrimenti delle graduatorie – per coloro che ne hanno diritto, dato che a molti è negata persino la possibilità di conoscere il proprio posizionamento – sono rallentati dai tagli agli organici e dall’innalzamento dell’età di collocamento in pensione d’ufficio». E i docenti promettono: «La battaglia per la trasparenza nelle graduatorie è tutt’altro che conclusa».