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Omicidio Willy Monteiro, Marco Bianchi condannato all’ergastolo, il fratello Gabriele a 28 anni di carcere

14 Marzo 2025 - 15:06 Filippo di Chio
willy monteiro
willy monteiro
La mamma del giovane ucciso: «Non ci ridaranno Willy mi auguro che questi ragazzi apprezzino il fatto di esser vivi»

Marco Bianchi è stato condannato all’ergastolo mentre il fratello Gabriele, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche ha ricevuto una condanna a 28 anni. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Appello di Roma per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro, centro in provincia della Capitale. La sentenza è arrivata alla fine dell’appello bis disposto dalla Cassazione limitatamente al riconoscimento delle attenuanti mentre la responsabilità penale per l’omicidio era già passata in giudicato. «Le condanne non ci ridaranno Willy. Mi auguro che questi ragazzi apprezzino il fatto di essere vivi con un famiglia che li può vedere e sentire la loro voce. A noi di Willy è rimasta solo una fotografia e la sua voce è solo un ricordo lontano», ha dichiarato Lucia, madre di Willy. «Mi auguro che i fratelli Bianchi imparino a rispettare gli altri e a fare in modo che un altra famiglia non viva quello che abbiamo vissuto noi», aggiunge.

La linea diversa fra i due fratelli

Da una parte Gabriele, che insiste sulla sua innocenza: «Voglio pagare per le colpe che ho, ma non ho mai colpito Willy, non l’ho toccato». Dall’altra Marco, in videocollegamento dal carcere, che ammette di essere «responsabile per il calcio al fianco dato a Willy, ma non quando era a terra». Queste le ultime parole dei fratelli Bianchi, accusati di aver picchiato a morte il giovane a Colleferro. La sentenza dell’«appello bis» era stata disposta dalla Corte di Cassazione per rivalutare la concessione delle attenuanti. La procura ha chiesto per entrambi la condanna all’ergastolo senza attenuanti, come stabilito dal giudice di primo grado, mentre in appello la pena era stata ridotta a 24 anni proprio con il riconoscimento di attenuanti generiche. «Chiediamo scusa alla famiglia di Willy, siamo addolorati. Ma non siamo dei mostri», hanno detto durante le loro dichiarazioni spontanee di fronte ai giudici.

La posizione di Gabriele Bianchi: «Sono pronto a morire in carcere ma non dirò mai che l’ho colpito»

Un «odio mediatico» sistematico contro i due fratelli, che avrebbe portato a descrivere Gabriele Bianchi come «una persona che non sono». Questa la posizione di uno dei due imputati, presente in aula. «Non vivevo di delitti, avevo una frutteria, mi svegliavo alle tre del mattino per lavorare. Quella notte no ho mai colpito Willy, non l’ho toccato», ha aggiunto ribandendo la sua presunta innocenza. «Ho chiesto un incontro con i familiari (di Willy, ndr) per poterli guardare negli occhi. Io e mio fratello abbiamo commesso degli errori e siamo pronti a pagare, ma spero sia una pena giusta. Se potessi, cambierei le sorti di quella sera. Ma voglio pagare per le colpe che ho, non posso confessare una cosa che non ho fatto». E ha poi concluso: «Sono pronto a morire in carcere, ma non dirò mai che l’ho colpito».

Marco Bianchi: «Non siamo dei mostri, mi spiace per mio fratello»

Marco Bianchi, in videocollegamento al carcere, ha anche lui sottolineato la presunta innocenza del fratello: «Sono io responsabile del calcio al fianco dato a Willy, ma non gliel’ho dato quando era a terra». Ha detto, per poi continuare: «Mi dispiace per mio fratello, che è stato coinvolto pur non avendolo mai toccato. Io pagherò per la mia responsabilità, ma non siamo dei mostri».

Cosa era successo

Willy, nella notte tra il 5 e 6 settembre 2020, aveva trascorso la serata insieme ad alcuni amici nel locale Due di Picche in centro a Colleferro, vicino a Roma. Il giovane stava per tornare a casa quando tornò indietro per intervenire in difesa di un amico, dopo che Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, entrambi di Artena, avevano scatenato una lite con alcuni giovani del pub. Poco dopo, chiamati da altri giovani artenesi, sul posto arrivarono i fratelli Bianchi. Dal momento del loro arrivo sarebbe partita la violenza contro Willy, ucciso di botte.

(in copertina un momento della fiaccolata “Con Willy” in ricordo di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso a Colleferro la notte tra il 5 e il 6 settembre, Roma, 16 settembre 2020)

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