
Anna Castiglia
Quando Morgan la tiene fuori dalla sua squadra per X Factor, in tanti imprecano furibondi contro lo schermo. Forse in questo caso il cantautore milanese c’ha visto lungo, o forse ad Anna Castiglia è andata semplicemente bene, fuori da lì, forte di una musica di livello altissimo. Altro caso di artista che non ne sbaglia una, è riuscita a ritagliarsi uno spazio diverso, forse più complesso, meno luminoso, meno immediato, ma decisamente più serio, specie per una musica, la sua, che è bella in maniera seria, impegnata. Catanese classe 1988, figlia d’arte, il padre è un personaggio che in Sicilia è semplicemente venerato, uno dei più veraci barzellettieri della televisione regionale. Una qualità, l’ironia, che Anna Castiglia ha ereditato e utilizzato nella sua musica. Le corde della chitarra pizzicate, questa voce così pulita e chiara e diretta, gli occhialoni vintage che la rendono personaggio assai affascinante, quasi timido, certamente fuori contesto rispetto alla plastificazione della discografia ipermegacool di oggi. Invece lei è proprio una Lucio Corsi, un’artista che segue con leggerezza e profondo talento la propria ispirazione, tra una lucidata spettacolare alla tradizione sicula e una leggerezza che la rende immediatamente simpatica. Mi piace, Le chiese sono chiuse, U mari (che pezzone!), Participio presente, Sale dentro, Organi interni, Ghali, sono tutti brani che la rendono unica e lucente in questo spaventoso panorama.