
Scarda
Nel mondo del cantautorato underground forse non esiste un artista più accomodante di Scarda. I più attenti si ricorderanno di lui per Smetto quando voglio, brano scritto per la colonna sonora dell’omonima saga di Sydney Sibilia che gli valse nel 2014 anche una candidatura per la migliore canzone originale ai David di Donatello. L’anno dopo un’altra nomination importante, quella per la migliore opera prima (I piedi sul cruscotto) alle Targhe Tenco, il più credibile dei premi del panorama musicale italiano. La scrittura di Scarda è estremamente quadrata, quasi cantilenante, le sue canzoni sono filastrocche generazionali per giovani adulti che affrontano i primi passi nella vita vera, passaggi che il cantautore calabrese restituisce con un’incantevole luce agrodolce, piene di domande e storie assai familiari, resistere è praticamente impossibile. Provare per credere con gioielli come Sorriso, Una cosa importante (brano che fa esclamare «altro che Cristicchi!»), Io lo so, Ventanni, Non relazione, Palazzina gialla, Il suo bene, Cicatrice, Mai e Giulia.