Elisabetta Piccolotti «allibita» per il caso Tesla, il contropiede da Gramellini: «Faccio 40mila km l’anno e sono ecologista»


È «allibita», Ellisabetta Piccolotti. La deputata di Sinistra italiana al centro della saga politico-automobilistica della settimana, quella che ruota attorno a una Tesla «di troppo», si sfoga sabato sera nel salotto di Massimo Gramellini. «Ma possibile che con tutti i problemi del mondo non si parli che della mia auto?», si chiede la deputata di Si e moglie di Nicola Fratoianni. Cui dopo giorni di polemiche «viene il dubbio che ci sia la volontà di sfregiare la sinistra che fa battaglie contro le armi, per i salari e la transizione». A In Altre Parole su La7 Gramellini si annovera volentieri tra coloro che nei giorni scorsi sono saltati volentieri sul caso, ma lascia poi modo a Piccolotti di spiegare tutto: «Da quando sono diventata parlamentare percorro 40mila km l’anno per fare il mio lavoro. Mi serviva un’auto e la volevo elettrica perché sono ecologista. Ho guardato in giro opzioni e prezzi, e ho visto che tra le auto con grande autonomia la Tesla costava meno e sembrava la più sicura». Fine della storia, dal suo punto di vista. Anche perché con Fratoianni quell’auto l’avevano presa ben prima che Elon Musk scendesse in politica al fianco di Donald Trump, e pure che quest’ultimo vincesse le elezioni Usa. «Tornando indietro non la ricomprerei», ammette però la deputata con un sorriso. Che oggi, nel dubbio, alla manifestazione di Roma per l’Europa (e la pace e l’Ucraina) è andata «in treno e coi mezzi». E la Tesla? «Sta sotto casa mia a Foligno, come sempre». In attesa di essere rivenduta, e al più presto.