Elisabetta Piccolotti e la Tesla: «Io fighetta di sinistra? Ma se ho un padre operaio!»


Elisabetta Piccolotti non ci sta a farsi chiamare “fighetta di sinistra”. Anche dopo la storia della Tesla comprata e usata anche dal marito Nicola Fratoianni. E ci tiene a far sapere che ha un padre operaio e una madre che fa la segretaria a scuola. Ma soprattutto, spiega a Giuseppe Alberto Falci sul Corriere della Sera, considera «surreali le polemiche ma anche un po’ divertente quello che trovo sui social. La visibilità pazzesca che ha avuto questa notizia è il segno di un decadimento dei tempi». Piccolotti aggiunge che spesso fa conferenze stampa su questioni «come la gratuità dei servizi scolastici ma di non ottenere questa visibilità. Forse se le avessi tenute sulla Tesla avrei avuto qualche prima pagina».
Piccolotti, Fratoianni e la Tesla
Piccolotti dice di non sentirsi ferita dalle accuse: «Sono abituata e so come si svolge il dibattito pubblico. Mi ha colpito essere definita “fighetta di sinistra” perché questa accusa non ha nulla a che fare con la mia famiglia di provenienza e con le mie relazioni sociali. Vengo da una famiglia umile e normalissima. Non mi sento affatto “fighetta”. Ho un padre operaio e una madre che fa la segretaria a scuola». E sull’obiezione della possibile contraddizione tra un’auto da 47 mila euro e le politiche contro i beni di lusso, «chiediamo un fisco più giusto e progressivo e una tassazione sui patrimoni, ovvero che chi ha di più contribuisca in modo equo. Non vedo una contraddizione. E poi ho scelto un’auto elettrica perché sono coerente con le nostre politiche ecologiste. La vera contraddizione è di Musk che produce auto elettriche e fa parte di un governo e una corrente politica internazionale che è contro la transizione ecologica e l’auto elettrica».
Il pentimento
Piccolotti dice di essersi pentita di aver acquistato la Tesla: «Almeno quanto tantissimi altri possessori di Tesla che in giro per il mondo le stanno coprendo di adesivi anti-Musk, ma non sono pentita della scelta dell’elettrico. La polemica è stata montata sul fatto che io avrei affermato di aver pagato poco la Tesla, quando invece ho detto che costava meno di altre auto con le stesse caratteristiche». Dice di aver ricevuto tanti messaggi di solidarietà: «Mi dicono che ci sia un parlamentare FI, Andrea Orsini. E lo stesso hanno fatto altri centristi, come Luigi Marattin. Sono in tanti a rendersi conto che il semplice acquisto di un’auto non può diventare una pietra di scandalo».
Il complotto
E sul complotto evocato in un post su Instagram: «Non ho mai nascosto di avere la Tesla, lo sapevano in tanti e anche giornalisti. L’ho sempre usata per le iniziative pubbliche, per andare alla Camera e negli studi tv come quelli di DiMartedì . Nessuno scoop. Non ho evocato complotti, mi limito a osservare che qualcuno ha deciso di montare questa polemica in questo momento delicato. Proprio ora che c’è una discussione forte all’interno del Paese tra quelli a favore del piano di riarmo e quelli come me che sono contrari». Ma non vuole dire quale auto acquisterà dopo aver restituito la Tesla: «Non ci ho pensato ma se anche lo avessi fatto non direi mai modello o marca: sia mai che anche questo produttore faccia il saluto nazista…».