Chi sono i “mangiatori compulsivi”: «Mi abbuffo per non sentire il vuoto»


«Overeaters Anonymous»: i mangiatori compulsivi sono un’associazione che si riunisce a Seregno in provincia di Monza davanti all’ambulatorio dell’Asl. «Sono Agnese e sono una mangiatrice compulsiva. Mio padre era un alcolista e da lui ho appreso comportamenti di dipendenza, manipolazione, controllo. Crescendo ho iniziato a manifestarli anche io. Lui era ossessionato dall’alcol, io dal cibo. Sono stata prima anoressica, poi è arrivata la fase delle abbuffate, compensate da attività fisica sfrenata. L’abbuffata lì per lì mi sbronzava, ma poi scattavano rabbia e senso di colpa. Ora sto bene e non tocco un cucchiaio di quella cosa dolce e marrone da anni», dice una delle testimoni.
L’associazione
L’associazione esiste dal 1991 e conta 60 gruppi. Nella riunione di qualche sera fa a cui ha assistito il Corriere della Sera ci sono otto donne e un uomo, mentre altre 24 persone si collegano da remoto. Agnese aveva una passione per la Nutella. Mariella aveva un debole per i dolciumi: «Sono Mariella, sono una mangiatrice compulsiva e dipendente da alcol e altre sostanze. Mi abbuffavo e poi compensavo con lassativi e diuretici. Così facendo, io che sono alta 1,70, sono arrivata a pesare 40 chili. Qui, passo dopo passo, sono rinata». Katia, bulimica dai 15 ai 61 anni, he ha paasati 46 vomitando ogni giorno.
La storia di Katia
«Sono Katia e sono una mangiatrice compulsiva. Il 5 aprile compio sette anni di Overeaters Anonymous. Oggi non ricordo quasi più il dolore che mi ha accompagnato per una vita. A 15 anni ho desiderato morire e siccome non riuscivo a privarmi del cibo ho iniziato a vomitare. Buttavo giù chili di mollica insieme a tanta acqua. Poi il desiderio di morte si è trasformato in desiderio di magrezza. Anche da adulta. Cucinavo pietanze deliziose per i miei familiari, le mangiavo assieme a loro e poi andavo in bagno a vomitare. Pensavo non fosse una malattia: era il mio grande segreto. Quando sono arrivata qui ero ridotta un colabrodo. Eppure oggi posso raccontarlo. Mi sono salvata».
La formula magica
Chi si presenta all’associazione sa che l’unione fa la forza. I mangiatori compulsivi hanno i “dodici passi”, ovvero le regole come gli alcolisti anonimi, i libri. Ma le testimonianze sono la cosa più interessante: Francesca: «Mi abbuffo per non sentire il vuoto». Domenico: «Per ora sono riuscito solo ad arrivare a sera senza ingerire i miei cibi rossi. Prima entravo al bar, buttavo giù un cappuccio e due cannoli, dopo cinque minuti ne volevo altri».