Piazza Barberini contro l’Europa e il riarmo, ma con la bandiera simbolo della vittoria armata dell’Unione Sovietica contro i nazisti


In contrapposizione alla manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra, quella di Piazza Barberini a Roma si è distinta per le contestazioni contro il riarmo e per il desiderio di distruggere l’Unione Europea, celebrato simbolicamente bruciando con orgoglio delle finte bandiere dell’UE. Finte, fatte di carta, per evitare la figuraccia già commessa dai loro compagni di Forza Nuova nel 2020, quando non riuscirono a incendiare una bandiera vera in quanto ignifuga in base alle normative europee sui tessuti. Eppure, tra le bandiere presenti in piazza, probabilmente prodotte proprio secondo i regolamenti europei per la loro sicurezza, spiccano quelle che richiamano la storia dell’Unione Sovietica, una delle quali non esisterebbe senza l’uso delle armi contestato proprio in quella piazza.

In mezzo ai simboli dei partiti contrari agli aiuti all’Ucraina e al riarmo dell’Unione Europea, una necessità derivante dal bellicismo russo, troviamo proprio quelle bandiere che devono la loro stessa esistenza all’uso delle armi. Non solo quelle dell’Unione Sovietica, ma anche quella che rappresenta la vittoria sovietica contro i nazisti e adottata nel maggio del 1945 dopo la morte di Adolf Hitler. Una vittoria che non è stata ottenuta con il dialogo, la diplomazia o il disarmo, ma con le armi.

Non mancano le bandiere della Palestina, portate da coloro che seguono la narrazione contro l’uso delle armi da parte di Israele contro il popolo palestinese, ignorando il fatto che quest’ultimo sia guidato e rappresentato da un gruppo terroristico armato, Hamas, autore della strage del 7 ottobre 2023 contro migliaia di giovani che ballavano pacificamente a un festival musicale.
