Donald Trump zittisce l’emittente Voice of America (VOA), nata per combattere la propaganda nazista


Sabato 15 marzo, il Direttore dell’Office of Human Resources presso la US Agency for Global Media (USAGM), Crystal G. Thomas, ha inviato una email ai dipendenti e giornalisti di Voice of America (VOA) annunciando il loro immediato congedo amministrativo. Si tratta della più grande e antica rete mediatica internazionale finanziata dal governo americano, che iniziò a trasmettere nell 1942 per combattere la propaganda nazista e che da decenni produce contenuti trasmessi al pubblico internazionale e in ben 47 lingue. La decisione, di fatto, sospende le attività della storica emittente, riducendo le capacità del governo americano di comunicare con il mondo intero attraverso i canali tradizionali come radio, tv e attraverso contenuti digitali. Tra le sovvenzioni cancellate dall’amministrazione ci sono anche alle emittenti Radio Free Europe/Radio Liberty e Radio Free Asia.
Al momento, il direttore congedato di VOA, Michael Abramowitz, non ha rilasciato alcuna dichiarazione su quanto accaduto. «La cancellazione dell’accordo di sovvenzione di Radio Free Europe/Radio Liberty sarebbe un enorme regalo per i nemici dell’America»”, ha dichiarato invece Steve Capus, presidente di Radio Free Europe/Radio Liberty: «Gli ayatollah iraniani, i leader comunisti cinesi e gli autocrati di Mosca e Minsk festeggerebbero la fine di RFE/RL dopo 75 anni. Dare ai nostri avversari una vittoria li renderebbe più forti e l’America più debole. Abbiamo beneficiato di un forte sostegno bipartisan nel corso della leggendaria storia di RFE/RL. Senza di noi, i quasi 50 milioni di persone in società chiuse che dipendono da noi per notizie e informazioni accurate ogni settimana non avranno accesso alla verità sull’America e sul mondo».
Alcuni dei giornalisti di VOA si trovano detenuti all’estero, sollevando dubbi sul loro futuro. Reporter Senza Frontiere (RSF), l’organizzazione non governativa nota al pubblico per la classifica annuale sulla libertà di stampa nel mondo, ha espresso le sue preoccupazioni relative alla sospensione dell’agenzia e quanto questa possa influenzare la situazione dei suoi giornalisti incarcerati senza un supporto istituzionale.

Una decisione presa dallo stesso Donald Trump che non dovrebbe sorprendere. Il 9 febbraio, Elon Musk aveva pubblicato un post su X chiedendo la chiusura di VOA e di Radio Free Europe/Radio Liberty, la cui missione era quella di garantire una copertura giornalistica in luoghi in cui la libertà di stampa è minacciata o non esiste. Un intervento, quello del proprietario di X, che potrebbe suggerirebbe una volontà politica di ridimensionare drasticamente la rete mediatica finanziata del governo federale all’estero.

«Reporter Senza Frontiere (RSF) esprime profonda preoccupazione per questa decisione dell’amministrazione Trump, una mossa che minaccia la libertà di stampa in tutto il mondo e nega 80 anni di storia americana nel sostenere un libero flusso di informazioni», dichiara il direttore generale di RFS, Thibaut Bruttin: «RSF chiede al governo degli Stati Uniti di rispettare immediatamente l’autonomia di VOA come organizzazione di notizie indipendente e di annullare questa decisione. Inoltre, RSF esorta il Congresso e gli stakeholder internazionali a mobilitarsi contro questa mossa fatale. RSF è solidale con i dipendenti di VOA ed è preoccupata per i 10 dipendenti di USAGAM attualmente detenuti all’estero per aver svolto il loro lavoro: produrre giornalismo».