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Fabrizio Moro e l’incubo della depressione: «La musica non mi dava più emozioni. Stavo chiuso in casa con il cane e non vedevo nessuno»

16 Marzo 2025 - 09:57 Alba Romano
fabrizio moro
fabrizio moro
Il racconto dell'artista a Il Corriere della Sera: «Ora festeggio 25 anni di carriera e rinasco»

«La musica non mi dava da vivere, ho fatto anche l’operaio, mettevo la guaina sui tetti. E ’sta cosa mi è rimasta. Quando ho periodi di vuoto mi dedico al bricolage». Il cantautore romano Fabrizio Moro è tornato. Dopo una lunga pausa dalla musica è in studio per un nuovo album e prepara ad aprile due concerti nei palazzetti, a Roma (il 1°) e Milano (il 3), per i 25 anni di carriera. Al Corriere della Sera si racconta a Sandra Cesarale, parlando anche del buio in cui era sprofondato: «Cantare, comporre era tutta la mia vita e a un certo punto non mi emozionava più. Mi ero rilassato, stavo finendo in depressione: dormivo di più, non mi allenavo, non scrivevo, non vedevo nessuno, rimanevo col cane dentro casa. Un po’ come Rocky». Come, ricorda, il pugile di Stallone: «In Rocky 3 Apollo Creed gli dice: hai perso gli occhi della tigre. Ecco mi sono immedesimato in quella storia e sono andato a scavare nel passato».

Da Renato Zero all’amico Ultimo

A salvare Moro è stata la nascita del figlio Libero. E poi «una ballad, la più bella che abbia mai scritto. Ha riacceso la mia vita». Il nuovo album, spiega, uscirà entro l’anno. E l’estate scorsa ha ripreso con i concerti. Una mossa che gli ha fatto bene, sentendo l’affetto del pubblico. Davanti alla domanda se chiamerà Renato Zero con cui ha cantato al Circo Massimo replica: «È pigro, non verrà mai! Ma è il più grande artista con cui ho lavorato: è un maniaco della puntualità, della tecnica, corregge anche la tua intonazione: se canto con Renato e stono, a lui rode come se l’errore fosse il suo». E sul rapporto con il collega Ultimo racconta: «Niccolò e io ci vediamo al di là della musica. Quando nel 2017 gli chiesi di aprire il mio concerto a Roma mi ero rivisto in lui. Aveva l’istinto killer. Il successo che ha è tutto merito suo. Io ho solo notato il suo talento e gli ho dato una mano: tutti abbiamo bisogno d’aiuto. Da solo non ce la fa nessuno».

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